Nella splendida cornice della storica Villa Cimena, sulle colline torinesi, si è tenuta la presentazione in anteprima assoluta delle prime bottiglie di champagne firmate Alberto Massucco, il geniale imprenditore appassionato di bollicine francesi (1 - 2 - 3), che dopo aver importato prestigiose maison d’oltralpe, si è lanciato nella produzione di due champagne che portano il suo nome (4). Si tratta di Amc 00 e Amc 02 nomi che derivano dal dosaggio doppio zero e zero due gr/L e composti entrambi da 50% chardonnay, 30% pinot noir e 20% meunier. Solo trentamila bottiglie francesi nel corpo e nella struttura ma italiane nell’anima e nel cuore. Si realizza così il sogno di Alberto Massucco (5) di produrre in millesimi di proprietà uno champagne, il primo italiano a riuscirci. Laura Gobbi, responsabile della comunicazione e Cinzia Zanellato, deus ex machina dell’azienda, hanno accolto i selezionati ospiti e la stampa di settore in una emozionante serata in cui ogni dettaglio era estremamente curato, a partire dai piatti dello chef stellato Giovanni Grasso, in una degustazione emozionale vibrante come il fuoco, uno dei quattro elementi alchemici alla base anche dello champagne (6). Un Alberto decisamente emozionato ha dato il la alla serata stappando le prime bottiglie del suo champagne che si è dimostrato subito un fuoriclasse con eccellente persistenza del fine perlage ed inconfondibili note floreali. Da importatore a produttore un percorso per nulla scontato, in cui oltre a capacità imprenditoriale e tenacia, serviva anche un pizzico di follia alla Erasmo da Rotterdam per giungere ad un progetto così unico. Iniziata nel 2018 con l’amico e produttore Erik De Sousa, l’itinerario è giunto finalmente al traguardo, in realtà è solo l’inizio, in quanto prossimamente usciranno le riserve, un Grand Cru 100% chardonnay, un Blanc de Blancs, una limitatissima, solo 500 bottiglie, una cuvée da vigne del villaggio grand cru di Cramant nella Côte de Blanc famoso per i suoi eccellenti champagne. Il tutto in attesa della Cuvée Mirede che sarà l’apoteosi di questo viaggio nella champagne. L’incessante attività di Massucco non finisce qui, continuando a importare prestigiose maison di quelli che ormai sono a tutti gli effetti dei “colleghi“ che abbiamo avuto il piacere di degustare durante la mitica serata. Rochet-Bocart, Jean Philippe Trousset, Gallois-Bouché, Bonnevie Bocart, nomi che fanno la felicità degli appassionati di tutto il mondo. Ma la più intrigante di queste etichette è il progetto Fa’ Bulleuses dove sette giovani produttrici di maisons differenti si sono unite per un progetto tutto al femminile che incarni in una sola etichetta tutto il territorio della Champagne il cui nome è Isos prodotto in sole 644 bottiglie e 200 magnum, rimasto per poco meno di due anni sui lieviti e dosato a 2 g/l. Che dire... Grazie ad Alberto Massucco: con umiltà e in punta di piedi è entrato in questo sacro mondo. Ma sappiamo essere stato già richiesto da prestigiosi ristoranti della zona di Reims.
Chapeau al “Bartali“ dello champagne!