Con l’autunno tornano le grandi mostre nel capoluogo Lombardo. Dopo l’apertura al Mudec e Van Gogh di cui abbiamo scritto recentemente, 24 Ore Cultura produce una esposizione a Palazzo Reale su Giorgio Morandi (1) a cura di Maria Cristina Bandera (2), una tra le massime esperte del pittore bolognese. A distanza di più di trent’anni dall’ultima rassegna milanese, certamente questa appena inaugurata, è la più completa, per estensione e qualità, retrospettiva degli ultimi decenni con prestiti nazionali e internazionali dal Metropolitan di New York, dal Pushkin di Mosca, dal Guggenheim di Bilbao, dal Museo Morandi, dalla Pinacoteca di Brera e dalla Fondazione Magnani Rocca.
Questa celebre frase del pittore fa da viatico ad un corpus espositivo di 120 opere declinate in un percorso espositivo (3) che abbraccia tutta la sua carriera artistica attraverso 34 sezioni, dagli esordi di inizio Novecento e della sua personale assimilazione di cubismo, futurismo e metafisica, sino alle opere rarefatte dei primi anni Sessanta. L’intera esperienza Morandiana (4) si muove tra questi due poli: un confronto con le avanguardie e la formazione di un linguaggio intimista ancora oggi capace di tradurre le inquietudini della modernità. Grazie a questo incessante confronto con molti dei movimenti artistici del secolo breve, la mostra vuole sfatare il mito del suo essere appartato dal dibattito critico, parlando ora di operosa solitudine e non si isolamento. Attraverso i paesaggi dei luoghi che più amava e le celebri nature morte (5), sempre apparentemente simili ma al contempo sempre diverse composte degli stessi oggetti declinati in una miriade di varianti l’artista stesso diceva: “che le immagini e i sentimenti suscitati dal mondo visibile sono inesprimibili a parole. Il compito dell’arte è far cadere quei diaframmi, quelle immagini convenzionali che si frappongono tra l’artista e la realtà per disvelare ciò che vi è di astratto“. Corredata da un poderoso catalogo ricco oltre che di splendide immagini dei dipinti anche di saggi critici davvero illuminanti, la mostra rimarrà aperta fino al 4 febbraio. Vi invitiamo a visitarla per riscoprire uno dei grandi maestri italiani del Novecento che ha creato uno stile assolutamente unico e affascinante.
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