Dopo il successo di pubblico registrato durante la Milano Art Week, prosegue fino all’8 luglio 2019 alla Fondazione Adolfo Pini - corso Garibaldi 2 - la mostra l'"Ora Dannata" di Carlos Amorales, a cura di Gabi Scardi (1 - 2). Carlos Amorales si interessa al linguaggio, alle immagini e alle loro varianti e, più in generale, ai sistemi della comunicazione, al loro costante rinnovamento, alle loro potenzialità e alle loro insidie; ai meccanismi che consentono ad alcune narrazioni di emergere, a scapito di altre; e, per estensione, alla questione delle rappresentazioni dominanti, della manipolazione della comunicazione e del pensiero stesso. Nella sua pratica confluiscono arte visiva, musica, animazione e poesia, tutte coniugate, con grande rigore formale, nel nome di una consapevolezza rispetto al presente e alle sue tensioni.
La mostra visibile alla Fondazione è incentrata sull’installazione di dimensioni ambientali Black Cloud e su diversi elementi afferenti al progetto Life in the folds e comprende silhouettes e altre opere dell’artista, in un continuo slittamento tra immagini e segni. Con Black Cloud, uno sciame di migliaia di farfalle nere invade gli ambienti già a partire dallo scalone d’ingresso (3 - 4). 15.000 farfalle popolano gli spazi nuovi e quelli già esistenti della Fondazione (5 - 6). Con Life in the folds l’artista mette invece in scena il tema della violenza dell’uomo sull’uomo. Una violenza che alberga nel profondo e che può esplodere in modo ingiustificato. Il progetto comprende, tra l’altro, un video di animazione in cui, mentre assistiamo a una drammatica vicenda, vediamo anche le mani del burattinaio che muove i fili dei protagonisti: metafora della mistificazione a cui, che ne siamo consapevoli o meno, la storia e le nostre azioni sono sottoposte. Da questo nucleo centrale deriva una serie di trasposizioni; tra le altre: un’installazione di grandi dimensioni e una serie di ocarine, ognuna delle quali ha la forma di un segno e il cui insieme compone un linguaggio in codice che può essere sia “letto” che “suonato”; proprio il loro suono fa, tra l’altro, da colonna sonora per il video. Alcune figure appaiono alle pareti della Fondazione come se le avessero attraversate; sono sagome umane di Protesta Fantasma e sembrano proteggersi da ciò che vedono. In mostra anche i fogli dello storyboard in cui prendono forma per la prima volta i personaggi e le vicende raccontate nel video.
Con questa mostra Amorales fa riferimento al proprio paese, il Messico; ma nello stesso tempo ci parla di discrepanze e tensioni estremamente attuali in tutto il mondo, e della necessità di identificare l’origine dei nostri fantasmi, di riconoscerne la portata, la matrice, la valenza ideologica.
Dopo aver presentato i cinque progetti site-specific, The Missing Link di Michele Gabriele, Materia prima di Lucia Leuci, Memory as Resistance di Nasan Tur, Labyrinth di Jimmie Durham e SUMMERISNOTOVER di Šejla Kamerić, la Fondazione Adolfo Pini prosegue con questa nuova mostra il proprio percorso dedicato all’arte contemporanea, sotto la guida di Adrian Paci.
Informazioni:
L’ORA DANNATA
Carlos Amorales
Fino all’8 luglio 2019 Orari 10-13 | 15 -17
Fondazione Adolfo Pini Corso Garibaldi 2, Milano