Una possibilità imperdibile per gli amanti dell’arte è offerta dal Palazzo Reale di Milano che mette a confronto, in due splendide mostre parallele, Hyeronimus Bosch (1) e Max Ernst (2), il primo considerato da Andre Breton come la vera fonte di ispirazione per il Surrealismo e il secondo, tra i principali esponenti del movimento stesso. Divisi da cinque secoli, i pittori sono in realtà molto vicini esplorando nei loro quadri visionari quello che il ‘900 ha chiamato l’inconscio. Celebre per le sue visioni oniriche e fantastiche, il pittore fiammingo del Rinascimento “altro“ come saggiamente viene definito nel sottotitolo della mostra per contrapporlo al Rinascimento “Classico“ italiano dei Raffaello, Leonardo e Michelangelo, vede qui riunite in un'esposizione che si può definire epocale, alcune delle sue pochissime opere a lui attribuite con certezza (3), insieme a molte dei suoi seguaci. Curiosamente, lo straordinario successo di Bosch non avviene in patria ma nel sud dell’Europa, specificatamente in Italia e nella penisola iberica, a dimostrare come dietro alle immagini di bellezza dei nostri grandi pittori dell’epoca, si celasse un interesse per il diverso, il mostruoso, l’insolito in celebri collezionisti come il cardinale veneziano Maurizio Grimani che possedeva ben tre opere del pittore fiammingo. I due mondi dunque, lungi dall’essere contrapposti, convivevano perfettamente perché l’uomo Rinascimentale era consapevole dei messaggi simbolici celati nelle opere d’arte, sia che parlassero di bellezza che di bruttezza, due facce della stessa medaglia, la vita. Bosch risulta così un proto surrealista come negli incredibili personaggi delle Tentazioni di Sant’Antonio o il Trittico del Giudizio Finale presenti in mostra. Figure che andrebbero viste con la lente d’ingrandimento, tanti e tali sono i particolari nei quadri da ammirare, con tutto il suo affollarsi di particolari grotteschi degni (4) di una corte dei miracoli. Mostra da annoverare tra le migliori dell’anno. Ma per completare la visita e vedere quanto questo genio ha influenzato tutti i suoi successori nei secoli basta fare pochi passi, salire una rampa di scale ed entrare nel mondo di Max Ernst dove i “mostri“ (5) di Bosch trovano pieno compimento nelle visioni surreali del maestro tedesco del ‘900. Prima retrospettiva organizzata in Italia con più di 400 opere, si lega a doppio filo alla visionarietà umanistica e neorinascimentale che fece affermare ad Andre Chastel riguardo ad Ernst - "come una reincarnazione degli autori di diavolerie il cui capostipite è Bosch". 9 sale tematiche esplorano in modo completo questo assunto, partendo dagli anni giovanili in Germania, per poi proseguire negli anni francesi, seguiti dall’esilio americano durante la guerra e concludersi col ritorno in Europa. I filoni del fantastico (6), del meraviglioso, dell’onirico lo hanno fatto entrare di diritto nella tristemente famosa “arte degenerata“ messa alla berlina dai nazisti, insieme a tanti altri capolavori del ‘900. Artista di grandissima cultura, dalla vita avventurosa, crea un compendio dell’inconscio che ha pochi eguali nella storia dell’immagine. Un viaggio affascinante che potrete fare nel dittico delle due mostre, a dimostrazione che la storia dell’arte non è a compartimenti stagni, ma un coacervo di analogie, di pensieri, di stili che trasversalmente percorrono i secoli.
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