Una mostra davvero imperdibile alla Galleria Bottegantica di Via Manzoni 45 a Milano. Curata dalla Professoressa Elena Gigli, massima esperta dell’artista Giacomo Balla, una delle figure chiave del 900 italiano, presenta una raffinata selezione di opere (1) non del suo celebre periodo futurista, ma legate al periodo divisionista di inizio secolo e quello figurativo-realista degli anni trenta e quaranta. Nelle opere presenti in mostra, Balla rivela la sua capacità di entrare nell’animo femminile (2) e di rendere la realtà in maniera profonda e sincera. Esempio è la Famiglia Stiavelli (3) che si inserisce nella stagione dei ritratti borghesi in cui le donne sono spesso protagoniste, raffigurate in interni o negli spazi aperti di Villa Borghese. Nel quadro una luce bianca, quasi artificiale, illumina frontalmente ogni elemento dello studio, attirando l’attenzione tanto sulla famiglia, la moglie pittrice al cavalletto, il marito e i figli dallo sguardo fisso, che sugli oggetti dell’atelier. Nell’estate del 1929 Balla si trasferisce con la famiglia in via Oslavia 39b a Roma, tuttora una bellissima casa museo visitabile. La moglie Elisa e le figlie Luce ed Elica dai nomi di battesimo evocativi del periodo futurista dell’artista, diventano così il soggetto ideale di affascinanti ritratti presenti in mostra. In Timidezza (4) del 1932 la modella è proprio la figlia Luce che posa sul terrazzo, coinvolgendo con lo sguardo lo spettatore. In “Profumo di rose” del 1940 i colori vivaci dei petali, investiti dal sole, si rifrangono nello spazio circostante riproponendo il dialogo tra soggetto e ambiente. Clou dell’esposizione sono le tele del ciclo Le Quattro Stagioni (5) che ritraggono una giovane amica di famiglia, Giuliana Camuzzi. La modella è immersa in un rosso caldo (6) , energico e vitale, e la illumina di una luce radente, proveniente dal basso, prendendo ispirazione dalla fotografia di moda degli anni 40. Le immagini risultano di grande modernità grazie ad un particolare supporto a rete posato sul quadro che riproduce un effetto analogo a quello del retino litografico nei rotocalchi patinati dell’epoca. Questa continua ricerca, anche nel figurativo, dimostra il carattere visionario di Balla e lo conferma una delle voci più alte del secolo breve. Aperta dal 1 aprile al 10 maggio a ingresso gratuito è un peccato non vederla.
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