Nuova straordinaria mostra fotografica al Mudec di Milano che espone due reportage del maestro Cartier Bresson, dedicati a due momenti chiave della storia della Cina fino al 3 luglio 2022 (1): la caduta del Kuomintang di Chiang Kai Shek e la fuga dell’esercito nazionalista verso Taiwan nel 1948/49 e il “grande balzo in avanti" di Mao Zedong nel 1958, primo impulso volto alla modernizzazione del gigante asiatico (2 - 3). Nel 1948 la rivista "Life" commissiona a Cartier Bresson di documentare gli “ultimi giorni di Pechino" prima dell’arrivo delle truppe di Mao. Inizialmente prevista per due settimane, la presenza del fotografo durerà dieci mesi in cui riuscirà a scattare immagini (4), poi entrate nella storia del fotogiornalismo, durante la caduta di Nanchino e successivamente a Shanghai, partendo pochi giorni prima della proclamazione della Repubblica Popolare. Un reportage che segnò una svolta nel modo di raccontare, proponendo un nuovo stile, meno legato agli avvenimenti, più poetico e distaccato, attento tanto ai soggetti ritratti quanto all’equilibrio della composizione. Realizzato in totale libertà d’azione, segna uno degli esordi della celebre agenzia Magnum di cui Cartier Bresson fu uno dei fondatori. Dieci anni dopo, nel 1958, il maestro ritorna in Cina, ma in una situazione del tutto differente. Per quattro mesi, seguito come un’ombra da una guida imposta dal regime, percorre migliaia di chilometri per visitare luoghi selezionati, complessi siderurgici, grandi dighe in costruzione, pozzi petroliferi, paesi “modello" sulle tracce del “grande balzo in avanti" per documentare gli esiti della rivoluzione e dell’industrializzazione forzata delle regioni rurali. Malgrado venga “controllato" passo passo dal regime, il reporter riesce a mostrare anche gli aspetti più controversi e invisi alla propaganda. Lo sfruttamento del lavoro umano, il controllo militare l’onnipresenza del partito. 100 stampe originali provenienti dalla Fondation Cartier Bresson di Parigi accompagnate all’inaugurazione dal suo presidente Francois Hebel, prodigo di aneddoti interessanti, come quello in cui il maestro in pochi giorni riuscì a intervistare il Mahatma Gandhi il giorno prima della sua uccisione, a seguire i suoi funerali per poi volare in Cina per realizzare il primo di questi reportage. Una mostra (5) inedita in Italia, assolutamente imperdibile per gli amanti della fotografia e non solo.
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