"Questa è una mission impossible? Allora si può fare". In una frase il grande fotoreporter (1) fiorentino Massimo Sestini, classe 63 che ha immortalato e continua a farlo costume, politica e società a partire dal 1978. I barconi dei migranti, appeso a un elicottero (2) o in mare a 50 metri di profondità (3), la copertina di Salvini ritratto seminudo tra le lenzuola. Sono solo alcuni degli innumerevoli servizi di questo grande fotoreporter amante del rischio che tra i suoi maestri, annovera, tra l'altro, i paparazzi romani di quegli anni "in cui si faceva la foto al Papa in piscina". "Una scuola per essere più competitivi sull'attualità" - come racconta quando lo incontro nel suo studio di Firenze (4).
Fedele alle sue tante macchine Canon, da autentico fotogiornalista (5) ama andare sulla notizia per poterla documentare. Riportando fatti e persone secondo il proprio punto di vista unico e irripetibile. Come quando in giro per l'Europa per un'inchiesta sulla prostituzione, si spaccia per un cliente e, con la macchina fotografica nascosta sotto la cravatta bucata, scatta molte foto di cui una impera proprio vicino alla sua scrivania. La scena è lampante: in un bordello di Innsbruck, disteso su un letto a baldacchino con un grande specchio, completamente vestito e due giovani donne nude intente ad amoreggiare con un suo amico "complice". Ed ecco il capolavoro, un'immagine forte capace di narrare quanto un articolo di 1000 battute. Facendo riflettere.
Gli chiedo se è cambiata la fotografia da quando ha iniziato. "E' nato l'uomo fotograficus. Telefonino alla mano, chiunque può scattare una buona foto. Ne consegue che tutto è fotografabile come ben ci insegnano i molti social. La fotografia è inflazionata, minando la nostra professione che è destinata a morire proprio come i giornali cartacei".
Una sorta di grande mostro dai connotati spesso mediocri che ingoia ed appiattisce tutto ciò che incontra, anche la bellezza. E poi c'è il talento firmato Sestini dove l'idea prima dello shooting, così come le attrezzature in base al contesto, sono fondamentali per un narratore di istanti. Un fuoriclasse che non teme di esporsi in Afghanistan con i talebani poco distanti sulle colline, oppure appeso all'imbracatura dell'elicottero dopo essere caduto nel vuoto, 5 giorni e 5 notti in ospedale in piena emergenza Covid (6) per ritrarre il mestiere umile e altamente rischioso degli infermieri. Ancora... In Libia con gli incursori armati fino ai denti. Quando mi parla di questi scenari al limite dell'assurdità, il pensiero corre veloce a una "grande" della storia del giornalismo italiano, Oriana Fallaci. Colpita durante una manifestazione studentesca a Città del Messico, si salvò grazie alla tenacia di un prete. La verità prima di tutto.
"Lavori futuri?" - tento la domanda che non ottiene risposta per segretezza professionale. Mi illustra però il progetto “ITALY-TWILIGHT SKYLINES FROM POLICE HELICOPTERS”, inaugurato 3 anni fa al Quirinale dal Presidente Mattarella e ancora in essere per poi proseguire in varie Ambasciate italiane.
La mostra racconta l'Italia attraverso immagini dall'elicottero scattate un'ora dopo il tramonto e un ora prima dell'alba. Un'Italia che mai come ora ha bisogno di essere narrata, anche e sopratutto nel mondo, in tutta la sua originalità e bellezza.