Del fervido clima culturale delle Marche ne abbiamo già parlato il 22 luglio 2020 QUI, testimoniando con Palazzo Buonaccorsi a Macerata quanto il bel Paese in ogni dove sia foriero e sopratutto custode di "grandi bellezze", espressioni d'arte spesso uniche e inaspettate. E proprio nel capoluogo marchigiano siamo ritornati per incontrare il volto contemporaneo di un'arte fatta di materiali poveri, nella figura dello scultore recanatese Marco Cingolani (1). Un'opera la sua che prevede una genesi complessa, molto intimista e personale; una sorta di meditazione per meglio mettere a fuoco il proprio io e il suo rapporto con la realtà. Da qui la scelta di un materiale solo apparentemente freddo da lavorare caldo, come il metallo, ogni filo e ogni frammento che costituisce le sue creazioni "sono parte di un'esperienza vissuta, una metafora della propria vita" (2). Le sculture realizzate da migliaia di elementi metallici filiformi (3) restituiscono, ma solo da lontano, disegni o incisioni, per rivelare infine la tridimensionalità di un corpo che occupa uno spazio. Masse fluttuanti, pregne di aria che, a seconda del punto di osservazione, regalano allo spettatore una diversa "idea" in continuo mutamento. Quando si osserva una sua scultura, che sia sospesa o addossata al muro, si è quasi rapiti e come "risucchiati" in un vortice di bellezza inedita, un linguaggio nuovo dove l'energia, tra pieni e vuoti, diventa fisicamente palpabile. Un pò ologrammi, un pò spettri "solidi" che nuotano nell'aria, un pò sculture grafiche, raccontano l'urgenza del giovane artista di superare il limite, di esplorare l'inesplorabile, renderlo intellegibile (4).
Dalla vasta produzione artistica di Cingolani, spesso svincolato da regole di mercato, non si può non citare "Beethoven" (5): work in progress ad oggi non ancora terminato, commissionato dall'avv. Guglielmo Borgiani (6) per rappresentare il Maestro in un'ottica certamente "diversa" dal dejà vu. "Da mesi sto lavorando alla sua testa. Un progetto particolarmente complesso che annovera molti studi e bozzetti, per raffigurarne, infine, quella che è per me, in accordo col committente, la vera identità".
Attesa e curiosità, che anche noi condividiamo, su questo nuovo "parto" per tributare all'illustre compositore dell'inno alla gioia un ulteriore plauso in occasione del 250° anniversario della sua nascita.
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