Visioni da bere :: 11 apr 2019

Luppoleto Camuno: luppolo locale per birre slow e sperimentali

Buongiorno Luca presentati ai nostri lettori FoodMoodMag per favore:
Sono Luca Zenti, uno dei 4 soci di Luppoleto Camuno, un’azienda agricola in Valcamonica (provincia di Brescia), insieme a Roberto Didiano, Carlo Sacellini, Riccardo Bellini. Nel 2015 la nostra passione Homebrewer ci ha fatto avvicinare al luppolo, incuriositi da questa pianta poco conosciuta in Italia (1 - 2 - 3).
Che cosa è HOPS TEMPLE?
Il nostro campo sperimentale di luppolo, uno dei primi in Italia. Nel corso di questi anni abbiamo avuto modo di conoscere la pianta (4), le varietà e la loro adattabilità al territorio. 
Al momento HOPS TEMPLE ospita ben 21 varietà differenti di luppolo, provenienti da tutto il mondo.
Come sono nate le linee HOPPY LIFE e HOPPY TEA?
Nel conoscere la pianta a 360 gradi, il nostro progetto ha fatto una forte virata, e nel 2016 abbiamo presentato appunto HOPPY LIFE, linea di cosmesi naturale, e HOPPY TEA, linea di infusi; sono le prime e uniche linee interamente prodotte con luppolo italiano. Il luppolo ha caratteristiche eccellenti e si presta molto per la cosmesi e per la cura del sonno, non che per la depurazione (5).
E poi? Come siete approdati ai vostri prototipi di birre?
Arrivati al terzo anno di coltivazione, il prodotto ha raggiunto una stabilità e una qualità importante, necessaria per l’impegno brassicolo; la pianta ha bisogno di sviluppare 
l’apparato radicale e i primi anni, il luppolo tende ad essere scarno di resine e quindi di aroma e amaro. Con una così alta disposizione di varietà, l’ambiente brassicolo è veramente molto divertente, nel senso che ci dà la possibilità di giocare e di toccare tutti gli stili birrai. 
Infatti nel corso del 2018 abbiamo portato diverse etichette “PROTOTYPE”, etichette oneshot, un po’ quello che facevamo da homebrewer ma in grande scala.
A maggio siamo pronti a presentare le nostre etichette “fisse”, figlie del progetto PROTOTYPE e quindi del parere di chi le ha bevute, che ci ha dato consigli, suggestioni, grazie ai quali abbiamo migliorato la produzione e siamo pronti per il mercato.
So che c’è molto lavoro c’è dietro queste birre…
Sì, anche le etichette hanno un lavoro grafico molto ricercato che le identificherà per il loro territorio d’origine, ma con caratteristiche che le renderanno curiose a tutti. Al progetto grafico ha lavorato un artista che vive nel nostro paese (del quale non posso ancora svelare il nome): BIENNO è un borgo d’artisti e ospita artisti provenienti da tutta Italia e non solo. Questo fatto ha creato il clima giusto per una consapevolezza anche nei confronti del design e del package dei nostri prodotti.
E in futuro?
Il progetto Prototype non ferma la sua corsa anzi, con il supporto delle etichette fisse, potrà osare ancora di più, realizzando ricette di birre sempre più curiose e spinte. Del resto la nostra birra collaborativa “Sette Chili in Sette Giorni” realizzata a 12 mani con il famoso Il birrificio inesistente Castel Goffredo (MN) è stata premiata come “Grande birra 2019” da Slow Food Italia.

Ron Millonario

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