Nuova emozionante mostra al Masi di Lugano, la più grande mostra mai tenuta in Svizzera sullo scultore Alexander Calder. Aperta fino al 6 ottobre, presenta oltre 30 capolavori dell’artista che ha introdotto per la prima volta il movimento in una forma d’arte statica come la scultura. L’esposizione, concepita come in uno spazio aperto, libero da pareti, offre al pubblico l’opportunità di ammirare opere di varie dimensioni che esplorano l’impatto profondo e trasformativo di questo artista rivoluzionario.
Inserito nell’avanguardia parigina degli anni venti del secolo scorso, come molti altri suoi connazionali della “lost generation", vedi Hemingway o Dos Passos, inizia subito a creare ritratti in filo metallico totalmente privi di massa già di per sé una novità per la branca dell’arte che da sempre si identifica con la densità e il volume in quanto tridimensionale, come stanno a dimostrare secoli di scultura. La seconda clamorosa novità di Calder sta nell’abbattere un’altra delle caratteristiche intrinseche di statue e bassorilievi: la staticità. Anche le più straordinarie tra le opere di ogni tempo, come i classici greci di Fidia, i capolavori rinascimentali di Michelangelo e Donatello per giungere fino all’abilità prodigiosa del Cristo Velato, dell’Apollo e Dafne di Bernini o alle Tre Grazie di Canova, pur nella loro bellezza possono solo evocare il movimento. Lo scultore americano invece, per la prima volta nella storia dell’arte, incorpora il movimento nelle composizioni plastiche, creando la dimensione temporale. Basta un refolo di vento per far sì che queste eteree composizioni si mettano a fluttuare nell’aria creando un qualcosa di mai visto prima, aprendo la porta a tutto un filone artistico, basti pensare a Bruno Munari. Come sottolineato dalle curatrici della mostra, Carmen Gimenez e Ana Mingot Comenge - “L’opera, muovendosi liberamente e interagendo con lo spazio circostante, sembra dare forma all’aria; cambia continuamente, giocando con il tempo. Calder ha creato organismi metallici che possiedono le qualità della leggerezza e della varietà in forme allo stesso tempo resistenti e fragili, dinamiche ed estetiche, solide e ipersensibili. La sua eredità perdura non solo nella presenza fisica delle sue opere, ma anche nel profondo impatto del suo lavoro, che ha cambiato il modo in cui percepiamo e interagiamo con la scultura". Una mostra imperdibile per capire quanto sia stato cruciale Calder per l’evoluzione artistica nel novecento.