Musec, il Museo delle Culture della città del Canton Ticino è una garanzia: tre mostre diverse e di uguale forza espressiva invadono (1) l’importante struttura museale svizzera. Un percorso su più piani promette un viaggio ampio e suggestivo tra cartoline del Giappone d’autrefois, vere opere d’arte in miniatura, l’Iran e l’antica arte del feltro e una retrospettiva di immagini in bianco e nero dell’artista tedesco Hans Georg Berger.
Ma andiamo per gradi…
Fino al 5 settembre 2021, per la prima volta presentata al pubblico, la straordinaria raccolta finalmente godibile da tutti di 600 cartoline della collezione Ceschin Pilone (1898-1960). “Souvenir du Japon”, questo il titolo dell’esposizione che annovera vere pepite in miniatura (2): cartoline che oltre a testimoniare la finezza estetica e la maestria tecnica tipiche del Giappone, offrono uno spaccato puntuale e affascinante di una civiltà databile nella prima metà del ventesimo secolo, con protagonisti geisha (3), ciliegi in fiore, uccelli finemente dipinti, la vetta del monte Fuji innevata. E ancora… scene di guerra, imperatori e imperatrici, soggetti buffi e satirici, fatti di cronaca come incidenti stradali precursori del fotogiornalismo e molto, molto di più. Scorrere questi piccoli dipinti un tempo “erranti” ma anche da collezione, favorisce un’autentica esperienza immersiva di rara bellezza dove la grazia di un fiore si alterna alla scena drammatica di tragici fatti di cronaca, passando per altre sperimentazioni artistiche del design Liberty e Art. Dèco. Magnifica esposizione merita di essere goduta in tutta lentezza sia per il vasto materiale presente, sia per l’indubbia carica emozionale che ogni singolo pezzo trasmette al primo sguardo.
Fino al 3 ottobre 2021, sedici grandi opere in feltro (4) di matrice sopratutto iraniana sfilano nelle sale del museo. Un racconto che porta alla luce la complessità che caratterizza i magnifici manufatti realizzati, fin dai tempi più antichi, con questo tessuto, considerato estremamente utile, leggero e versatile dai nomadi di una vastissima parte dell’Asia (se ne trovano tracce anche nelle cronache di Marco Polo). Abiti, cappelli, tende, utensili etc erano spesso realizzati con il feltro (namad in farsi). Le monumentali opere esposte illustrano le diverse tecniche utilizzate dagli artigiani ma sopratutto il grande tema dell’iconografia dei motivi. Segni stilizzati tanto mirabili quanto pregni di mistero.
Fino al 16 gennaio 2022, se siete dei fotoaddicted o semplicemente dei cultori dell’arte per immagini, non potete mancare “La disciplina dei sensi. Hans Georg Berger. Una retrospettiva”. 145 fotografie in bianco e nero (5), stampate ai sali d’argento su carta baritata, ripercorrono l’intera carriera del fotografo tedesco, dai primi anni ’70 ad oggi. Un iter di “meditazione”, tra poesia, approccio intellettuale, indagine psicologica (6) e atmosfere sospese. Un atteggiamento, quello dell’artista, che si fonda sulla centralità etica, e non soltanto estetica, dell’oggetto fotografato.
Per tutte le info e modalità di accesso in visita alle tre esposizioni, vedere QUI.