Da qualche anno il mondo è delle donne anche nel vino, cosa per nulla scontata solo pochi decenni fa. Grazie ad importanti associazioni che hanno fatto emergere talentuose vignaiole ormai ai vertici tra i produttori enologici, il circolo virtuoso venutosi a creare si è riflettuto anche nel collaterale universo dei sommellier. Una tra le più importanti è sicuramente Lorenza Panzera (1 - 2), da quattro anni responsabile dell’area cantina del prestigioso Hotel Four Seasons di Milano (3 - 4). Da poco anche insignita del prestigioso premio Veuve Clicquot come miglior sommelier secondo la Guida Identità Golose 2022.
FMM: “Lorenza complimenti per il tuo ruolo così prestigioso in un ambiente veramente stupendo. Immagino sia un grande piacere lavorare in un tale contesto?”
Lorenza Panzera: “Sì, in effetti questo restyling dopo ben 27 anni ha dato ancor più lustro all’hotel. La nuova Wine Room e lo spazio per le degustazioni è il massimo che si possa sperare di avere“.
FMM: “Mi racconti il tuo percorso professionale?”
Lorenza Panzera: “Sono originaria di Lecco e sin da piccola ho capito di avere una particolare sensibilità. Infatti quando assaggiai per la prima volta l’affogato al caffè rimasi affascinata dalla cremina che si era formata e la apprezzai molto, un segno del destino probabilmente. Ho frequentato l’Istituto Alberghiero Casnati di Como e subito dopo la maturità sono partita per Londra”.
FMM: “Una esperienza che molti giovani italiani sono desiderosi di fare…”
Lorenza Panzera: “Sì, dopo una breve esperienza come Commis da Gualtiero Marchesi in Franciacorta e nello stellato Il Cantuccio ad Erba, mi sono decisa a fare il grande salto come Chef de rang presso un ristorante del Novikov group, imparando l’inglese professionalmente, il che mi ha permesso di approcciarmi con la prima esperienza nella catena Four Seasons, segnatamente a Firenze e poi presso le crociere Disney nei Caraibi”.
FMM: “Un bel curriculum non c’è che dire. Ma quali sono gli chef che più ti hanno segnato nella tua carriera?”
Lorenza Panzera: “Certamente Alessandro Gilmozzi di El Molin, un grande esperto di erbe e vegetali e Luigi Taglienti, che ho seguito sin dall’apertura del Lume a Milano prima di approdare dove sono ora al Four Seasons”.
FMM: “Indubbiamente due pesi massimi della ristorazione con una cucina legata a prodotti poveri esaltati al massimo con cotture che riescono ad ottenere il meglio da materie prime già di altissimo livello. Ora parlami della fantastica cantina che gestisci…”
Lorenza Panzera: “Un hotel così importante è riuscito a trovarmi bottiglie veramente fantastiche arrivando ad avere ben 850 referenze, con un occhio particolare alla Lombardia, ma con la presenza del meglio a livello mondiale (6). Come vedi le vetrine sono ricolme di incredibili vini con verticali di tutto rispetto. Un mio vanto è stato trovare il Sodaccio di Montevertine 1988, uno delle più grandi annate di questa rinomata azienda”.
FMM: “Che posso dire, beato chi lo potrà assaggiare! E’ un vino che in tante degustazioni è uscito trionfatore. Cito ad esempio ciò che scrissero su slowfood.it a proposito di una verticale sul Sodaccio di Montevertine in particolare su questa annata: “Si concede con iniziale reticenza, umorale e caratteriale, si apre poi su note rugginose e ferrose, accenni agrumati ad arricchire la base terrosa e floreale. La bocca è sontuosa, ha tutto e di più, salda, grintosa, ma anche elegante, con tannino tenace e di gran fattura, acidità quasi “salata”, finale profondo e pulitissimo. Presumibilmente ancora lontano dall’apice della sua parabola evolutiva. Per la maggioranza dei degustatori, compreso lo scrivente, vino della giornata”.
FMM: “Ti chiedo un’ultima cosa. Un paio di consigli per chi non può ascendere a certi vertici…”
Lorenza Panzera: “Una mia filosofia è quella di continuare la ricerca anche su vini meno conosciuti ma che nella loro categoria possano dare grandi soddisfazioni. Un esempio di vitigno con notevoli potenzialità è sicuramente il Marzemino Trentino cui consiglierei il Poiema di Eugenio Rosi. Poi ti stupirò con un viaggio in estremo oriente. La Cina sta facendo enormi investimenti nel mondo del vino anche grazie a winemaker europei che hanno trovato terroir di indubbie risorse. A questo proposito, facilmente reperibile anche da noi i Cabernet Sauvignon della famiglia tedesca Moser con un top di gamma, ma anche due “base” di ottimo livello, un rosso ed un particolarissimo bianco, pressoché unico con profumi di quella terra, come i lichees. La cantina si chiama Chateau Changyu Moser”.
FMM: “Grazie di questa chicca Lorenza è stato un vero piacere parlare con te. Ti auguro buon lavoro.”