Navigare (1) è un sogno che non può assaporarlo chi non lo abbia mai personalmente provato, un sogno che ti lascia a metà strada tra il reale contatto fisico con la natura e l’immaginario dei tuoi pensieri, ove tempo e spazio si fondono nel presente unico e irripetibile.
Così il libro di Massimo Morasca edito Il Frangente (2), altro non è se non la rappresentazione rivista nella memoria di attraversate o regate mescolate ai ricordi della propria vita, riflessioni e poesie (3): un narrare lieve ma avvincente ad un tempo in cui la bellezza del mare non si lascia sopraffare dalla sua sempre immanente presenza di potenza indomabile. Perché l’uomo, piccolo e tenace di fronte al Mostro sempre in agguato, altro non può se non tentare di scivolarci sopra discretamente, quasi senza disturbarlo in maniera lieve e simbiotica.
Sembrerà paradossale a chi non naviga, ma solcarlo è prima di tutto rispettarlo se non temerlo, consapevoli che la natura può al massimo tollerare la presenza umana, sempre pronta a ribellarsi con potenza inaudita quando il “bipede terrestre” osasse oltrepassarne i limiti, come nel caso del frangente che strapperà per sempre alla vita l’amico fraterno dei giochi giovanili dell’Autore, o nel passaggio tra Scilla e Cariddi luogo mitico ed onirico, od ancora nei ricordi delle regate nel grande mare del Nord, quello vero e serio che incute timore al navigante anche il più esperto.
Perché, contrariamente a quanto credono i “terricoli", il Mediterraneo, il vecchio “mare nostrum”, non è un grande lago, bensì un piccolo oceano nel quale le stranezze meteo la fanno da padrone, talvolta in maniera prepotente e tragica, come ci ha ricordato brutalmente anche l’ultima estate tra la Corsica e Sardegna.
Un volume da centellinare (4), nel barlume pomeridiano che volge alla sera, accanto ad un buon bicchiere e magari anche un sigaro da meditazione, rigorosamente soli. Ma in mare soli non lo si è veramente mai...
Sicily blues
Massimo Morasca
Edizioni il Frangente
PAG. 96
Brossura
€ 9,90
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