L'isola misteriosa o che non c’é... così si potrebbe chiamare la magnifica isola di Montecristo (1) o meglio detta riserva naturale di Montecristo (2) situata nel parco naturale dell'arcipelago Toscano. Sì perché è difficilissimo ottenere il permesso per visitarla. Multe salatissime per chi approda senza autorizzazione. Riserva biogenetica si rivela in tutta la sua bellezza a pochissimi fortunati e solo dopo lunghe liste d'attesa.
FoodMoodmag ha ottenuto il permesso dal Ministero per un approdo. E ne è valsa veramente la pena. Appena giunti dopo aver lasciato l'Elba (3 - 4), si è presentato uno spettacolo a dir poco indicibile. Un lembo di paradiso, incontaminato dove tutto (e per fortuna) è vietato: pescare, cacciare e perfino fare il bagno. Qui vivono solo due guardiani, Giorgio e Luciana, veri angeli custodi di questo piccolo mondo sconosciuto ai più.
Ci accolgono due guardie forestali, Nino e Katia (5) - unici esseri viventi su tutta l'isola - (i custodi sono in ferie) a parte alcune capre dell'Anatolia (6) che si mostrano timide, la famosa vipera di Montecristo e un'infinita varietà di pennuti (7), tra cui il rarissimo Gracchio Corallino, il Marangone dal ciuffo e il Gabbiano corso, solo per citarne alcuni. Il colpo d'occhio dal molo è notevole e non mancano "bizzarrie" naturali come una grande forma rocciosa sul costone destro dell'isola a sembianza di Urlo (8). Proprio come quello di Munch. Ma a parte questo buffo rimando artistico, l'isola è un'oasi dal fascino senza uguali. Selvaggia tra coste frastagliate, modellate degli agenti atmosferici e spazi molto verdi, quasi boschivi.
Di passo per tante specie di uccelli provenienti soprattutto dall’Africa, Montecristo è, inoltre, luogo ideale per conoscere le tipologie più rare: qui diversi volatili sostano per ritemprarsi e riprendere poi il viaggio verso nord o verso sud nelle stagioni di spostamento. Molti non ce la fanno, però, "tordi e fringuelli arrivano stremati dalla migrazione e spesso muoiono proprio appena giunti sull'isola" - ci spiega Nino. La triste legge della natura.
Non si contano i progetti Life: Ratto nero, Berta minore, estirpazione dell’infestante pianta ailanto di origine asiatica che attacca tutti i colli dei lecci; e molto di più…
Fin qui la presenza della natura incontaminata, ma anche l'uomo ha detto la sua, se pur sotto voce..
Così la grotta dell'Eremita a ricordo perenne di un'epoca monastica che vide, anche se per non molti anni, la presenza e l'insediamento di una comunità monastica cresciuta fino a essere inglobata nell'ordine dei benedettini.
Quello stesso monastero oggetto di scorrerie saracene che decretarono l'abbandono dell’isola e ancora oggi, narra la leggenda, vede il fantasma di un suo religioso ricostruire dalle rovine tutto l'edificio, illuminandolo a giorno nelle notti di burrasca a buon faro per i viandanti marini… il tutto, poi, per ritornare rudere la mattina seguente.
La leggenda più famosa, il Conte di Montecristo di Alexandre Dumas trae, forse, origine dal tesoro di monete d'oro che si presume legato all'isola, anche se rinvenuto altrove. Così come un vero tesoro, questa volta di piante rare, fu introdotto da un nobile inglese che nel 800’ costruì la bella villa tutt'ora esistente, poi denominata reale che, con l'isola, venne donata dal Conte Ginori a Vittorio Emanuele III, il quale, amante della caccia, vi soggiornò a lungo.
Questa spettacolare riserva biogenetica dispone anche di un piccolo ma ricco museo naturalistico (9) e un orto botanico con aranceti pregni di frutti colore del sole (10).
Prima di imbarcarci per lasciare Montecristo, ormai piacevolmente colmi di profumo di macchia mediterranea che ci ha accompagnato lungo tutta la visita, lanciamo uno sguardo fugace verso il mare blu, cristallino (11): avvisteremo la Foca Monaca? Sembra infatti che sia ritornata ad abitare queste acque. E la speranza è l’ultima a morire.
Info per visitare l'isola: