Il Museo d’arte della Svizzera Italiana (Masi/Lac) presenta per la prima volta al pubblico (1), nella sua interezza, la straordinaria raccolta dei collezionisti Sylvie e Jorge Helft (2) di disegni (3) e incisioni di Paul Klee (4), il celebre artista svizzero che fece parte del Bauhaus, la famosa scuola capostipite di una corrente artistica autentica icona del 900 e dove insegnò per dieci anni. Composta da 70 opere che coprono tutto l’arco temporale della produzione dell’artista dal 1914 al 1940 anno della morte, questo coerente nucleo di lavori mette in luce tutta la forza e l’importanza del disegno nell’opera di Klee. Prova ne è il fatto che, nel corpus della sua produzione, composto da circa 9.000 opere, quasi la metà è costituita da disegni, mai concepiti come fasi preparatorie di un dipinto, bensì come realizzazioni autonome. Abile e versatile disegnatore fin dai suoi esordi, l’artista nutre un particolare interesse per la qualità della linea come viene utilizzata nell’arte preistorica e nei disegni infantili, in tutte le forme possibili creando grafiche spesso ironiche, sarcastiche che spesso si colorano di una sfumatura più drammatica. A questo proposito, ogni opera (5) contiene al suo interno il titolo, talvolta criptico, che veniva deciso dai tre componenti della famiglia Klee, padre, madre e figlio, a cena dopo la giornata di lavoro. Aneddoto che i collezionisti Helft scoprirono direttamente dal figlio dell’artista e che suona assai curioso. La mostra è allestita in uno spazio raccolto per permettere un dialogo ravvicinato da parte dello spettatore. Il percorso è ritmato attraverso sette sezioni che che esplorano temi ricorrenti e momenti chiave della sua traiettoria artistica. Il confronto tra natura e architettura, la figura umana e il mondo (6) animale (Klee come molti artisti adorava i gatti), gli anni di insegnamento al Bauhaus, il rapporto con le arti performative, fino a toccare il tema della malattia in relazione all’ultimo periodo creativo della sua produzione. Uomo di vasta cultura, studioso del mondo dell’ultrapiccolo, come i batteri o le alghe unicellulari che fanno da fonte di ispirazione con le loro forme geometriche alle sue prime opere, ma anche eccellente violinista che suonò regolarmente in una orchestra, figlio di un professore di musica e una cantante lirica. Da ciò deriva l’ispirarsi a tipologie caratteristiche della scrittura musicale quali la variazione, la fuga e la polifonia che rendono le opere dotate di una estrema armonia formale. Una speciale sezione è dedicata a edizioni d’epoca di libri illustrati da Klee, cataloghi di esposizioni e monografie comprendenti altri artisti di grande importanza quali Breton e i surrealisti, un altro fiore all’occhiello della collezione Helft, che comprende anche una bellissima biblioteca. Aperta fino all’otto gennaio 2023, in via Canova 10 a Lugano, è certamente una mostra da non perdere, grazie alla bellissima sede espositiva del Masi, che comprende altresì una serie di spettacoli e concerti per rendere l’esperienza ancora più coinvolgente.
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