La nuova stagione espositiva del Lac di Lugano (1) inizia col botto. 300 opere provenienti dalla Grapische Sammlung del Politecnico di Zurigo straordinaria collezione che comprende 160mila opere di grafica di ogni epoca (2). Realizzata seguendo un criterio cronologico che ci accompagna dal rinascimento fino al contemporaneo, permette un raro confronto tra antichi maestri e artisti più recenti, fa emergere connessioni inaspettate e sorprendenti: come si crea un’opera d’arte, il rapporto tra copia e originale, la trasmissione di motivi e iconografie universali è sempre attuali.
Molto suggestivo l’inizio della mostra con una parete che abbraccia varie epoche e stili e un patchwork di grande fascino che comprende tra gli altri Rembrandt, Van Dick fino ai contemporanei come Oppenheim, ideale viatico per quello che troveremo nelle sale successive. In un momento in cui la fotografia non era ancora stata inventata, quella che era chiamata “incisione di traduzione“ riproduceva i dipinti e le sculture, permettendo ad un vasto pubblico di ammirare i capolavori senza doversi recare di persona nei luoghi in cui erano conservate. La stampa veniva impiegata come strumento di rappresentazione scientifica e naturalistica, come nella celeberrima xilografia del Rinoceronte (3) di Albrecht Dürer, considerata a lungo assai realistica, anche se il maestro tedesco non vide mai dal vero questo animale. Con le grandi esplorazioni spesso vari artisti accompagnavano le spedizioni per poter fissare su carta le meraviglie che erano totalmente ignote ad un occhio europeo. Maria Sibylla Merian imprenditrice e insegnante olandese intraprese numerosi viaggi agli albori del 700 in Suriname, possedimento dei Paesi Bassi in Sudamerica, per documentare la flora e la fauna locale (4), in particolare gli insetti, creando le basi della zoologia moderna. Attraverso i capolavori presenti si possono seguire i diversi metodi di lavoro degli artisti. Rembrandt ad esempio ritoccava e perfezionava le sue opere di continuo, grazie alla tecnica della puntasecca che permetteva di incidere la lastra con uno strumento d’acciaio a forma di ago appuntito, manovrato liberamente come fosse una matita. Proseguendo nei secoli incontriamo dei celeberrimi artisti ispanici come Goya (5) e Picasso alle prese con la loro rappresentazione della corrida o gli espressionisti come Munch e Schiele e le loro inquietanti visioni del mondo. In pieno 900 si afferma la grafica d’autore grazie ad artisti chiave del secolo breve come Louise Bourgeois che in What is the shape of this Problem? stimola il ragionamento di chi osserva mediante risposte e domande possibili, cercando di dare una forma visiva alle emozioni. Chiude l'importante esposizione, la notissima Campbell’s Soup di Andy Warhol (6) emblema della cultura pop, quando gli oggetti quotidiani della pubblicità prorompono prepotentemente nella storia dell’arte. Una mostra imperdibile fino al 7 gennaio 2024 da godere all'affascinante Lac di Lugano.
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