Fino al 30 giugno 2024, merita una visita in tutta lentezza la mostra memorabile Uzbekistan: l'Avanguardia nel deserto nelle sale di Palazzo Pitti di Firenze. Un progetto importante e molto ricco che testimonia una delle più originali Avanguardie europee, quella fiorita in Uzbekistan nei primi decenni del '900. L'esposizione si sviluppa in due sedi italiane: a Palazzo Pitti, appunto, negli spazi dell'Andito degli Angiolini e a Venezia presso Ca' Foscari Esposizioni, fino a fine settembre. In tutto ben 150 opere, soprattutto dipinti su tela, affiancati da una selezione di testimonianze della tradizione tessile uzbeka. Le opere provengono dal Museo Nazionale di Tashkent e dal Museo Savitsky di Nukus.
Ma torniamo a Firenze...
La sezione del progetto espositivo della città del giglio ha come sottotitolo La luce e il colore. La scelta che vuole differenziarsi dalla connotazione di Venezia, La forma e il simbolo, deriva idealmente da un passo illuminante dell'Autobiografia di Igor Savickij: "Questi luoghi sono caratterizzati da un colorito sottile, dove il colore – in un infinita varietà di combinazioni e di armonie – ti forza ad arricchire la tua percezione ed ammaestra l occhio a essere particolarmente sensibile a queste variazioni raffinatissime e al contempo intense e pittoresche che non solo rendono i luoghi particolarmente attraenti, ma li trasformano anche in un originale scuola che sviluppa la percezione del colore e della luce e conferisce particolare vivacità alla visione cromatica".
Un viaggio immersivo di raro fascino in cui le 60 opere di indubbio spessore e bellezza, esplorano i vivaci e vividi colori tipici del paesaggio dell'Asia centrale, rivelando altresì un linguaggio culturale inclusivo, internazionale e interculturale. Nelle opere, realizzate negli anni Venti e Trenta da Volkov, Tansykbaev, Karachan, Nikolaev (Usto Mumin), Elena Korovaj, Nadežda Kašina e molti altri, indipendentemente dal fatto che si tratti di dipinti su tela o su carta o che siano stati creati a Samarcanda, Bukhara o Tashkent, narrano di un mondo incantato dove la tavolozza cromatica è straordinaria ma anche pregna di connotazioni simboliche che derivano da tradizioni occidentali, russe e orientali: uno scenario che esisteva ben prima che gli artisti lo raffigurassero nei loro segni. Si può in qualche modo percepire una affinità con le opere di artisti come Paul Gauguin, armonizzando la tradizione e la strada all innovazione.