La Belle Époque a Brescia. Accade con la mostra "La belle époque, l'arte nella Parigi di Boldini e de Nittis" appena inaugurata a Palazzo Martinengo che, fino al 15 giugno 2025, delizierà i fortunati visitatori con oltre 80 capolavori di Boldini, De Nittis, Zandomeneghi, Corcos e Mancini, (pittori che vissero nella Parigi dell'ultimo quarto del XIX secolo).
Un'esposizione di rara bellezza che vuole celebrare les Italiens de Paris, così etichettati dal critico d’arte Diego Martelli, quegli artisti che vissero e lavorarono a Parigi durante la cosiddetta Belle Époque, quando la capitale francese era il centro propulsore dell’arte a livello mondiale. Nella ville lumière questi pittori italiani si affermarono, conquistando i più raffinati collezionisti dell'epoca, immortalando le brulicanti piazze parigine, gli amplissimi boulevard, gli eleganti interni borghesi, gli affollati caffè e i teatri, cogliendo la figura femminile nella quotidianità e nei momenti privati, divenendo così i cantori della vita moderna. Dicevamo 80 opere da ammirare in tutta lentezza per lo più provenienti da raccolte private, solitamente inaccessibili, e da importanti istituzioni museali come il Museo Giovanni Boldini di Ferrara, le Raccolte Frugone di Genova e il Museo Civico di Palazzo Te di Mantova, che Boldini, De Nittis, Zandomeneghi, Corcos e Mancini eseguirono durante il periodo trascorso a Parigi.
Curato da Francesca Dini e Davide Dotti, il percorso espositivo, organizzato per sezioni monografiche dedicate a ciascun autore, si apre con le esperienze di Giuseppe De Nittis e Giovanni Boldini.
Giuseppe De Nittis, il cui soggiorno nella capitale francese s’interruppe tragicamente nel 1884 con la sua morte a soli 38 anni, ha celebrato i riti della vita moderna, esaltando il vivere borghese dei salotti parigini, ma anche ritraendo en plein air, con un vedutismo nuovo e personale, gli angoli più pittoreschi ed eleganti di Parigi, come quelli dei suoi parchi e giardini (Al laghetto del giardino del Lussemburgo, 1877) dove s’incontrano amazzoni e cavalieri, dame eleganti a passeggio o in conversazione sulle panchine (Sulla panchina agli Champs-Élysées, 1875). La rassegna non manca di dare conto delle opere dedicate all'amata moglie Leontine (Léontine che pattina, 1875) e quelle che evidenziano la sua fugace adesione all’impressionismo, con Boulevard Haussmann a Parigi (1877) e Campo di neve (1880). A questi lavori, De Nittis alterna un nuovo slancio creativo, che lo porta a sperimentare tecniche pittoriche come l’acquerello e il pastello (Ritratto di signora in giardino, 1882), e a indagare con inediti tagli visivi angoli diversi di Parigi.
Giovanni Boldini giunge a Parigi nel 1871 con un bagaglio di esperienza decennale trascorsa tra le fila dei macchiaioli. Nella capitale francese si uniformò allo stile alla moda in quegli anni, quello che aveva nel pittore francese Ernest Meissonier e soprattutto nello spagnolo Marià Fortuny dei modelli cui guardare e ispirarsi. Nel giro di pochi mesi, tuttavia, Boldini intraprese una propria strada autonoma che lo portò a creare, insieme a Giuseppe De Nittis, il nuovo genere pittorico della tranche de vie che, pur mantenendo una certa riconoscenza alle lezioni degli artisti precedenti, risultò fortemente influenzata dal fascino della metropoli che Boldini ritrasse con il suo stile nervoso e sensuale. Di questa fase, a Brescia vengono esposte alcune opere di grande importanza, come L’ultimo sguardo nello specchio (1873), Berthe esce per la passeggiata (1874), o l’acquerello Al parco (1872).
Ad arricchire la schiera degli Italiens de Paris, giunge nel 1874, il veneziano Federico Zandomeneghi, con alle spalle l’avanguardia macchiaiola grazie alla quale si è consolidato come pittore di figura e si è cimentato anche nella pittura di paesaggio en plein air.
La mostra si completa, ripercorrendo le vicende artistiche di due autori quali Antonio Mancini che, con i suoi scugnizzi napoletani, commuove e incanta per il suo eccezionale virtuosismo pittorico (Scugnizzo con chitarra, 1877; Il piccolo Savoiardo, 1877), e Vittorio Corcos, qui presente con alcuni dei suoi capolavori più famosi (Le istitutrici ai Campi Elisi, 1892; Messaggio d’amore, 1889; Neron Blessé, 1899) capaci di trasmettere la felicità di un’epoca, segnata dal trionfo dell’eleganza e del lusso, in una Parigi, città mitizzata, sognata e agognata in ogni luogo del pianeta. A questo elenco, non potevano mancare alcune prove della sua perizia nel genere del ritratto.
Oltre ai dipinti, a Palazzo Martinengo sarà possibile immergersi nel clima artistico e culturale della Belle Époque grazie alla selezione di elegantissimi abiti femminili, prodotti nelle Maison di Haute Couture più raffinate, che divennero luoghi di ritrovo esclusivi dell'alta società, di affiche che pubblicizzavano i locali alla moda, cabaret, le prime automobili, i quotidiani, spettacoli teatrali e grandi magazzini, disegnati da illustratori quali Cappiello, Dudovich e Metlicovitz e di vetri artistici dai decori ispirati alla natura, impreziositi da smalti, dorature e incisioni, realizzati da Emile Gallé e dai fratelli Daum per arredare le case della ricca borghesia.
La mostra è organizzata dall’Associazione Amici di Palazzo Martinengo, col patrocinio della Provincia di Brescia, del Comune di Brescia e della Fondazione Provincia di Brescia Eventi.
LA BELLE ÉPOQUE.
L'arte nella Parigi di Boldini e De Nittis
Brescia, Palazzo Martinengo (via dei Musei 30)
25 gennaio - 15 giugno 2025
A cura di Francesca Dini e Davide Dotti
Orari di apertura
mercoledì, giovedì e venerdì, dalle 9.00 alle 17.00;
sabato, domenica e festivi, dalle 10.00 alle 20.00
lunedì e martedì chiuso
La biglietteria chiude un’ora prima dell’orario di chiusura della mostra
Informazioni: