Straordinariamente anticonformista. Natalia Goncharova a Palazzo Strozzi affascina gli spettatori con la retrospettiva a lei dedicata, la prima in Italia, che racconta vita personale e artistica delle stupenda pittrice russa (1 - 2). "Mostra molto attesa" - ha dichiarato l'assessore Tommaso Sacchi (3) ai giornalisti - "anche perché Firenze sta sempre di più dimostrando di diventare una città delle donne, con progetti che raccontano universi di cultura femminile". Donna rivoluzionaria delle avanguardie di primo Novecento, la prima dipingere nudi femminili (4), fu anche costumista, illustratrice, grafica, scenografa, decoratrice, stilista, attrice cinematografica, ballerina e performing artist in anticipo rispetto ai tempi. Ha esposto nelle più importanti mostre dell’avanguardia europea, tra Monaco, Berlino, Parigi e Londra, mentre a Mosca ha partecipato a performance in cui ha sfilato nella zona più elegante della città con il volto e il corpo dipinti con immagini e frasi destinate a scandalizzare i benpensanti. E' emblematica la sua Lettera aperta del 1913 in cui sostiene: "Donne ... dovete credere di più in voi stesse, nei vostri sforzi e nei vostri diritti prima del genere umano e di Dio". La mostra - a cura di Ludovica Sebregondi, Fondazione Palazzo Strozzi, Matthew Gale, Head of Displays e Natalia Sidlina, Curator, International Art, Tate Modern – che proseguirà fino al 12 gennaio 2020, è il risultato di un attento e difficile lavoro di ricerca e studio volto a celebrare la poliedricità di questa stupefacente figura il cui merito è stato quello di aver resa grande la storia dell'arte moderna. Le sale dal tono "allegro" (5) magnificamente rivestite tra carta da parati riprese dalle illustrazioni dell'artista stessa, colori accessi, video e fotografie che mostrano scene di vita, svelano la vivacità e la genialità controcorrente dell'artista in una sorta di viaggio tra la campagna russa dove è cresciuta, Mosca dove si è formata, e Parigi dove ha scelto di vivere. Un’immersione totale nella molteplice e spettacolare realtà della Goncharova. Così "Le sale grigie che rappresentano gli artisti con cui si è scontrata o confrontata e quelle colorate che parlano di lei e del suo percorso" - ha dichiarato in conferenza stampa la curatrice Ludovica Sebregondi (6). E ancora... La sala blu dedicata alle opere sacre (7) - delle quali molte furono sequestrate - testimonia la sua forza e determinazione, imponendosi in un momento in cui al "gentil sesso" era strettamente vietato dipingere immagini religiose. La mostra introduce inoltre un confronto con importanti opere di futuristi italiani, come lo studio per La città che sale di Boccioni e Velocità astratta – l’auto è passata di Balla. Il confronto tra gli studi per Dinamismo di un ciclista di Boccioni e il Ciclista di Goncharova permette di apprezzare analogie e differenze tra Futurismo italiano e russo (8). Stesso soggetto, stesso anno ma diametralmente opposto il modo in cui i due pittori - Boccioni e la Goncharova - affrontano il tema. "Positivo e rivolto al futuro il mondo di Boccioni e quello dei futuristi italiani, con una certa preoccupazione viene invece letto da Natalia" - ha continuato la Sebregondi. 130 opere in totale che tolgono il fiato come il giovanile Autoritratto con gigli gialli (1907-1908), la tela Contadini che raccolgono le mele (1911) già proprietà di Ivan Morozov, uno dei maggiori collezionisti del primo Novecento, il polittico della Mietitura (1911) e naturalmente i suoi dipinti di nudi. In occasione della mostra è stato restaurato il grande paravento (9) commissionato a Natalia nel 1927 per l’Arts Club di Chicago dalla raffinata collezionista americana Rue Winterbotham Carpenter.
Tutti i giorni 10.00-20.00, Giovedì 10.00-23.00. Dalle ore 9.00 solo su prenotazione. Accesso consentito fino a un’ora prima dell’orario di chiusura. Biglietti: intero € 13,00; ridotto € 10,00; scuole € 4,00.
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