Da ieri 15 gennaio a Firenze c'è un nuovo Consolato. Stiamo parlando del Consolato onorario della Romania per la Toscana (1) - in viale del Poggio Imperiale 32 - fondamentale per il sostegno e il supporto degli oltre 85 mila cittadini di origine romena che vivono nella regione (di cui circa 20 mila a Firenze). Il neonato Consolato del tricolore blu, giallo e rosso (2), che mancava da anni sul territorio, vede come figura centrale il Console Onorario Paolo Fagiolini, Ufficiale della Repubblica, imprenditore toscano per molti anni impegnato nel settore della sanità e delle biotecnologie.
Dopo l'inaugurazione presso la sede, si è svolto un ricevimento presso l’Hotel Villa la Vedetta di viale Michelangelo con la presenza dell'Ambasciatore di Romania in Italia, S.E. George Gabriel Bologan, insieme alla Console Generale della Romania di Bologna, Daniela Dobre. L’ambasciatore di Romania, George Bologan, amico dell’Italia e studioso di Alcide De Gasperi, ha sottolineato che “la riapertura del consolato onorario in Toscana è un passo significativo per i nostri rapporti. I consolati onorari sono parte integrante delle relazioni internazionali e mirano soprattutto allo sviluppo delle relazioni commerciali e culturali con una forte vocazione, oggi all’interno dell’UE, di consolidare la coesione e la reciproca conoscenza per una coscienza europea di cui abbiamo bisogno per contare come europei nel mondo. Il consolato onorario di Romania a Firenze è anche un simbolo e un perno per i rapporti romeno-italiani a livello territoriale. Un simbolo perché anche i romeni come gran parte dell’Europa lungo la storia hanno avuto un filo annodato a Firenze. Già nella città sono almeno due posti importanti che sottolineano questo legame: la casa del principe Alexandru Ioan Cuza, legato al Risorgimento italiano, e la tomba dell'ex ministro degli Esteri romeno, nonché cittadino onorario di Firenze, Nicolae Petrescu Comnen; grazie alle sue doti diplomatiche la città di Firenze non fu bombardata durante la seconda guerra mondiale.”
Il bellissimo evento ha visto anche momenti di intrattenimento di grande valore culturale: per l'occasione, infatti, la giovane e talentuosa soprano di origini rumene Laura Bretan, ha allietato i numerosi invitati, tra rappresentanti delle chiese cattoliche e ortodosse, politici, Confindustria, imprenditori, diplomatici, opinion leader e stampa, con un formidabile repertorio di musica lirica e pop (3: Video - 4 - 5).
Come ha spiegato il Console onorario Paolo Fagiolini - “è importante che torni ad esserci una presenza consolare della Romania in Toscana, una regione in cui mancava da alcuni anni ma dove la presenza di cittadini romeni è significativa. Sono moltissimi i cittadini romeni ben integrati in tutta la Toscana con varie attività, imprenditoriali, professionali, artigiane, in molteplici e importanti strategici settori. A loro ci rivolgiamo, convinti di poter essere di grande aiuto per una ancor miglior integrazione e sviluppo”.
L'attività del consolato sarà anche un punto di riferimento strategico per le aziende italiane che intendono lavorare con la Romania (6). Un Paese - "in rapida crescita e in cui si trovano già oltre 40mila aziende di nostri connazionali, con un incremento costante che, nei primi mesi del 2019, ha visto aprire più di cento imprese italiane ogni mese. Questo è un aspetto cruciale, soprattutto per una regione votata all'export come la Toscana” - ha sempre sottolineato il Console Fagiolini. “In Romania sono attivi i più importanti gruppi nazionali, come Enel, Agip e Alitalia, che insieme alle compagnie romene collega i due Paesi con 335 voli settimanali su 23 aeroporti, e ancora aziende dei più diversi settori, da Astaldi a Ducati, da Pirelli a Colussi e Geox, solo per citarne alcune, oltre naturalmente alle banche italiane, come Unicredit e Intesa San Paolo. Il legame tra Italia e Romania è forte e antico, era giusto quindi che anche in Toscana venisse garantita una presenza consolare”.
Infine, ma non meno importante - “I Romeni hanno da sempre amicizia e vicinanza verso l'Italia. Si riconoscono nella lingua latina, nella nostra storia comune. Nell'inno nazionale, “Destati romeno!”, c’è il passato della coscienza pubblica romena che comprende i fondamenti della nazione in tutte le sue componenti tra le quali quella dell’origine latina (il sangue romano e l’imperatore Traiano); in altre parole i romeni sono orgogliosi della loro gloriosa origine romana. E l'Italia, già prima dell'ingresso in Europa è stata il primo partner commerciale per la Romania e il Paese guida, per lingua e cultura”.