Non solo Uffizi o Galleria dell'Accademia, anche il meraviglioso Museo di San Marco, peraltro scrigno prezioso delle opere del Beato Angelico, merita una visita. Fino al 6 gennaio 2020 è infatti possibile godere della superlativa opera di Robert Campin, L’Annunciazione proveniente dal Museo del Prado con la mostra omonima a cura di Marilena Tamassia (1 - 2). Un illustre ospite per i 150 anni del Museo di San Marco. Il Museo madrileno ha festeggiato quest’anno i 200 anni dalla fondazione con la prestigiosa mostra Fra Angelico and the rise of the Florentine Renaissance, che si è inaugurata il 28 maggio scorso. A questa mostra il Museo di San Marco e il Polo Museale della Toscana hanno generosamente contribuito con alcuni prestiti importanti di opere dell’Angelico e di Masaccio. In cambio di questa collaborazione e per la concomitante celebrazione dei 150 anni dalla fondazione del Museo di San Marco, il Prado, pur avendo sospeso quest'anno i prestiti, ha concesso in via del tutto eccezionale al museo fiorentino l’Annunciazione di Robert Campin, che viene esposta a confronto con le opere del Beato Angelico (3 - Video Intervista a Stefano Casciu, Direttore del Polo Museale della Toscana e a Marilena Tamassia, Direttore del Museo di San Marco).
L’opera è stata posta infatti accanto al tabernacolo con l’Annunciazione e Adorazione dei Magi di Beato Angelico, proveniente dalla Basilica di Santa Maria Novella, a intessere un dialogo serrato tra due mondi diversi, ma dai risultati altissimi.
Il pittore e frate domenicano Beato Angelico, aperto a catturare tutte le ricerche artistiche più avanzate in chiave rinascimentale dal mondo artistico fiorentino, ha tuttavia spesso guardato con vivo interesse al mondo fiammingo, tanto diverso, analitico e smagliante nella brillantezza dei colori a olio. Le due opere si possono più o meno datare allo stesso periodo: intorno al 1425 il tabernacolo dell'Angelico e tra il 1425 e il 1430 il dipinto di Campin. Sia Beato Angelico che Robert Campin (4) hanno aperto la strada a nuovi linguaggi figurativi, che si distaccavano dal mondo tardogotico ancora fiorente.
E’ un’occasione unica per vedere affiancate queste due diverse rappresentazioni del tema dell’Annunciazione. Il Rinascimento fiorentino declinato dal Beato Angelico esprime l’interesse per lo spazio scalato in profondità, dipinto con colori luminosi e celestiali; la cultura fiamminga di Robert Campin esprime una narrazione analitica, meticolosa, attenta ai dettagli e resa brillante dai colori della pittura a olio. Due visioni dell’arte che si completano nel comune amore per la pittura.
Le iniziative per la celebrazione dei 150 anni del Museo di San Marco proseguiranno con la ricollocazione e la presentazione del restauro di due opere del Beato Angelico: il 5 ottobre il "Giudizio Universale" restaurato grazie ai contributi del Rotary Firenze Certosa e di altri sponsor privati e il 15 ottobre la "Pala di San Marco" restaurata dall'Opificio delle Pietre Dure, inoltre a fine ottobre alcune celle del museo ospiteranno un'inedita installazione di arte contemporanea.