Le collezioni delle Gallerie degli Uffizi ospitano due dipinti dell’artista napoletano Renato Foresti. "Regali estremamente generosi da parte dei figli dell’artista, e in particolare, della professoressa Maria Luisa Foresti Sestini" - ha dichiarato in conferenza stampa il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt (1 - 2). Un duplice dono per Firenze e per l'Italia. Qualche mese fa la mostra Renato Foresti 1900-1973 all’Accademia delle Arti del Disegno, ha celebrato l’artista in occasione del sessantesimo anniversario della sua ultima esposizione nel 1958. L’iniziativa, caduta a quasi cinquant’anni dalla morte di Foresti, ha contribuito a riordinare il corpus dei dipinti, dei disegni e dei documenti e a dare una rinnovata valutazione critica, mettendo in relazione i valori artistici, umani e ideali della sua opera con i fenomeni artistici del dopoguerra a Firenze. Per chi non lo conoscesse, Foresti inizia a dipingere nel 1919 da autodidatta e l’anno successivo partecipa insieme a molti altri reduci a Napoli alla mostra Nazionale dei Grigio-Verdi, che raccoglie le opere degli artisti di ritorno dalla prima guerra mondiale. Ingegnere di professione, dirigente d’azienda, era sì uomo di tecnica e di scienza, ma sapeva vedere le immagini della vita e restituirle sulla tela. "Ogni sfumatura della realtà che entrava nel suo campo visivo rappresentava uno spunto, un'idea da sviluppare" - ha raccontato la figlia Maria Luisa Foresti Sestini (3). Un artista particolare, variegato, di grande talento tutto partenopeo. I suoi dipinti pregni di umanesimo e "cordialità napoletana" spaziano da soggetti come gli impianti industriali, i paesaggi, le nature morte e ritratti. Una pittura di alto livello ma di facile lettura come i suoi quadri che narrano l'industria, appunto, da lui vissuta in prima persona, raffigurata con franchezza e forza espressiva. Vederlo dipingere, ha spiegato sempre la dottoressa Foresti Sestini (4) era un vero incanto: Foresti “visualizzava” sulla tela ancora vergine l’opera già finita. Non avendo, infatti, bisogno di tracciare un disegno preparatorio, stendeva di getto poche pennellate che da subito lasciavano intravedere quello che sarebbe stato il quadro nella sua forma definitiva. Una magnifica pittura quotidiana capace di mostrare il mondo economico e sociale di quel periodo. Invitando a riflettere.