Un trionfo di naturale bellezza. Questa in sintesi l’opera straordinaria della pittrice barocca amica di Artemisia Gentileschi ora in mostra a Palazzo Pitti fino al 28 giugno. Fiori, piante e conchiglie esotiche, strani insetti, animali dall’espressività quasi umana, etc… 100 opere tra dipinti, miniature su pergamena (il supporto prediletto dalla Garzoni), disegni, oltre ad un grande paliotto a tema floreale di oltre 4 metri di lunghezza, accompagnate e poste in dialogo con porcellane antiche, avori e bronzi rinascimentali (1 - 2 - -3). Un viaggio artistico e poliedrico di grande fascino che racconta la straordinaria maestria dell’artista di abbinare il minerale con il naturale, il noto con il meno noto. Una curiosità intellettuale unica che la portava a studiare l’universo naturale con dettaglio e minuzia scientifici per poi riproporlo nelle sue suggestive creazioni. Una rassegna (4 - 5 - 6) – la prima monografica dedicata alla pittrice barocca di origini marchigiane - simbolo del ritorno alla normalità, un inno alla primavera, dopo una chiusura di quasi tre mesi dovuta al Covid-19.
Fantasiosa, curiosissima, la Garzoni, originaria di Ascoli Piceno dove nacque intorno al 1600, incrementò notevolmente il proprio linguaggio stilistico grazie alla spiccata indole itinerante che la rese una delle pittrici più colte e cosmopolite della sua epoca.
Visse alle corti di Venezia, a Torino, fu a lungo a Firenze con i Medici, quindi a Napoli, in Francia, dove ebbe modo di realizzare il ritratto del Cardinale Richelieu (presente in mostra) e persino in Inghilterra, alla corte di Carlo I, come provano i documenti per la prima volta esposti nell’ambito di questa rassegna. Fu amica di un’altra grande eroina del ‘600, Artemisia Gentileschi, con cui condivise viaggi ed esperienze e che costituì per lei, più giovane di alcuni anni, un modello a cui ispirarsi. Abile nel garantirsi il favore dei suoi committenti, l’artista si specializzò nella miniatura su pergamena, eccellendo in particolare nella rappresentazione di nature morte con oggetti esotici e soggetti tratti dal mondo vegetale ed animale: protagonista nella cultura del suo tempo, divenne ben presto nota e apprezzata in tutta Europa. Tanto da essere ritratta, ormai in età avanzata, dal principe dell’Accademia di San Luca a Roma, Carlo Maratta, futuro restauratore di capolavori di Raffaello. Giovanna Garzoni rivela una straordinaria originalità e curiosità intellettuale, che traduce in una profonda, rigorosa osservazione del mondo naturale.
In mostra, il vasto corpus dei lavori dell’artista, di proprietà del Gabinetto Stampe e Disegni degli Uffizi, è impreziosito da una serie di prestiti da collezioni private, da musei nazionali ed esteri ed esemplifica l’arco creativo di tutta la sua carriera. Da segnalare, in particolare, le preziose miniature floreali con vasi di foggia cinese e conchiglie provenienti da paesi tropicali e le tante nature morte “ma anche vive” con frutta, piante esotiche e piccoli animali di ogni genere (dagli insetti rappresentati nella loro infinita varietà, a lumache, uccelli e cavallette), fino ad arrivare all’opera simbolo della mostra, la celebre Canina (piccolo cane) inglese raffigurata su un tavolo accanto ad una tazza cinese e ad alcuni biscotti. Ma l’unicità dell’estro creativo della Garzoni si esprimeva anche nel confronto tra oggetti e figura umana, come testimonia il Vecchio di Artimino circondato dai prodotti del suo lavoro di contadino (salumi, frutta, uova, formaggi) e dalle bestie della sua corte (galline e un cane). Di sicuro impatto, poi la particolarità dell’Autoritratto della giovane Garzoni nei panni del dio Apollo, realizzato dalla pittrice appena ventenne, e la insolita miniatura del principe etiope Zaga Christ, ritratto quando Giovanna si trovava alla Corte dei Savoia. Infine, non poteva mancare un omaggio a Raffaello, proprio mentre a Roma alle Scuderie del Quirinale è in corso la grande mostra per il cinquecentenario della morte dell’Urbinate: nell’andito degli Angiolini è esposta infatti anche la copia in miniatura dipinta dalla Garzoni nel 1649 della Madonna della Seggiola, già al tempo pezzo di punta della collezione medicea e tuttora visibile nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti.
“L’obiettivo di questa esposizione è di mostrare lo straordinario respiro geografico della Garzoni, e, allo stesso tempo, illustrarne la visione artistica penetrante, mozzafiato. Il suo punto di partenza è sempre il cuore, il fulcro delle persone e delle cose, che poi vengono sottoposti ad una analisi quasi microscopica” - ha dichiarato la curatrice dell’esposizione Sheila Barker in conferenza stampa - “In particolare, Giovanna Garzoni rivolse la sua attenzione agli oggetti esotici presenti nelle collezioni dei suoi committenti, organizzandoli in composizioni che parlavano del cosmopolitismo in crescita nella vita delle corti europee e della intensa circolazione di merci in tutto il mondo durante questo particolare momento storico di primissima globalizzazione”.
L’esposizione è tra l’altro protagonista di una iniziativa di Advancing Woman Artists (Awa) che l’ha scelta per lanciare una sfida globale ad artisti e istituzioni a livello globale a realizzare nuove creazioni ispirato proprio dall’arte di Giovanna Garzoni.
PALAZZO PITTI SI RIAPRE NEL RISPETTO DELLE NORME ANTICOVID
In Palazzo Pitti vigono tutte le norme nazionali e regionali contro la diffusione del coronavirus. È dunque vietato l’ingresso a persone con temperatura corporea oltre 37,5 gradi (viene misurata con termoscanner agli ingressi); è obbligatorio indossare la mascherina durante tutta la permanenza; è necessario mantenere una distanza interpersonale di almeno 1,80 m; sono proibiti gli assembramenti; i gruppi non possono essere formati da più di 10 persone; le guide turistiche devono sempre utilizzare il sistema whisper (microfono e auricolari). Immutato il prezzo del biglietto. Cambiano però, in questa prima fase di riapertura, gli orari: per consentire le quotidiane operazioni di sanificazione, Palazzo Pitti resterà infatti aperto dalle 8,30 alle 13,30. Inoltre gli spazi del Tesoro dei Granduchi e del Museo delle Porcellane, dove per ragioni architettoniche e logistiche non è possibile garantire il rispetto delle regole sul distanziamento sociale, per il momento rimarranno chiusi.
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