Gli Uffizi a fianco delle donne contro la violenza a loro perpetuata, fenomeno definito dall'ONU come “un flagello mondiale”. Un fatto mostruoso sempre più diffuso in famiglia e in tutta la società, da affrontare e debellare in modo risolutivo.
Un grido, un’urgenza che la Galleria fiorentina sottolinea con una mostra che mette al centro la terribile questione: esposto, infatti, il busto di Costanza Piccolomini Bonarelli (al secondo piano, negli spazi tra le sale di Leonardo e Michelangelo), realizzato dal suo amante Gian Lorenzo Bernini (1), che per gelosia la fece poi sfregiare. Organizzata simbolicamente nel mese in cui ricorre la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, il capolavoro, in prestito dal Museo Nazionale del Bargello, dà voce a questo dramma senza tempo, dialogando con gli scatti di Ilaria Sagaria (2 - 3) che raccontano poeticamente il dolore e la solitudine delle vittime degli attacchi con sostanze corrosive.
Nel busto in marmo (databile al 1637-1638) lo scultore ritrae la donna con naturalezza e intimità: la camicia aperta, la pettinatura mossa, lo scatto del collo, la bocca socchiusa quasi a suggerire un dialogo. Nella tarda estate del 1638 Bernini, scoperto il legame di Costanza con il fratello Luigi, pazzo di gelosia, fa sfregiare il volto della donna. Bernini fu graziato e proseguì la sua brillante carriera senza conseguenze, mentre Costanza venne reclusa in un monastero per quattro mesi. Fece poi ritorno dal marito, Matteo Bonarelli, con il quale dette vita a un fiorente commercio di sculture: in lei oggi è riconosciuto un emblema della capacità di riscatto che si ritrova oggi in tante vittime di violenza, alle quali le fotografie di Ilaria Sagaria (4), danno liricamente voce. Il ciclo di scatti Il dolore non è un privilegio (5) ricorda infatti come il crimine subito da Costanza si riattualizzi oggi nei casi ancora più efferati. Ad essere preso di mira, esattamente come allora, è il volto delle vittime, investito da sostanze corrosive (6) che bruciano la pelle ed erodono ossa e cartilagini, condannando ad un calvario fisico e psicologico.
Proprio per parlare di questo tema di stringente attualità, alla presentazione della mostra hanno portato la loro testimonianza Filomena Lamberti, vittima di violenza con l’acido e testimonial dell’associazione Spaziodonna di Salerno, Petra Filistrucchi, vicepresidente del centro antiviolenza Artemisia di Firenze, Jaf Shah, direttore esecutivo di Acid Survivors Trust International. All’iniziativa hanno preso parte anche la direttrice dei Musei del Bargello Paola d’Agostino, il consigliere d’amministrazione degli Uffizi Valdo Spini, la curatrice della mostra Chiara Toti e la stessa fotografa Ilaria Sagaria.
Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt: “In occasione della mostra, il busto di Costanza Piccolomini Bonarelli è stato sottoposto a un restauro finanziato dalle Gallerie degli Uffizi: l’opera così si può di nuovo apprezzare appieno, grazie a questo simbolico atto di risarcimento, però contro i danni del tempo. In mostra la guardiamo non solo come un capolavoro di uno dei massimi scultori barocchi, ma siamo invitati a riflettere sull’efferata violenza dei forti contro i deboli. E a meditare sul dolore inenarrabile della sopravvivenza”.
LO SFREGIO - ILARIA SAGARIA / GIAN LORENZO BERNINI
2 novembre - 19 dicembre 2021
Gallerie degli Uffizi, Galleria delle Statue e delle Pitture, sale A36-A37
Curatela della mostra: Chiara Toti
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