Milano per immagini in un momento di grande incertezza (1), che ancora non siamo in grado di spiegare. Eccolo il bellissimo progetto fotografico (92 pagine rilegato a mano) della fotografa milanese Gai Menchicchi e della giornalista Anna Prandoni (2 - 3). Distantanee, così si chiama il racconto che narra con iper-realismo il tempo sospeso del Covid 19, partendo proprio da questi giorni "bui", per descrivere il cambiamento avvenuto nella nostra vita (4), modificata nei suoi gesti quotidiani. Rappresentazione fotografica quindi ma anche narrazione dello spazio con i suoi vuoti, così come dei pensieri di uomini, donne, giovani e anziani "mascherati", in file composte ai supermercati (5). Tutti in bianco e nero, gli scatti forzano la sensazione di sospensione in cui tutti siamo stati costretti a vivere: persone sole in mezzo a piazze assurdamente piene del loro senso di assenza e mancanza. Cancelli chiusi con lucchetti di luoghi nati per essere aperti e sociali.
L’inquietudine di gesti, visi e corpi fermata da uno click in un istante che pare dilatarsi all’infinito, come questo assurdo periodo di forzato isolamento che abbiamo (non) vissuto.