Essere donna in epoca pandemica non è cosa facile (1). Lo dice un'indagine commissionata da Fondazione Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, all’Istituto di ricerca Elma Research in collaborazione con Didael KTS per la valutazione circa l’impatto della pandemia sulle condizioni di lavoro femminile (2).
Ebbene, il Covid-19 ha impattato sulle professioni in rosa in termini di smart working (32 per cento), di riduzione orario lavorativo (19 per cento), di cassa integrazione (16 per cento), di sospensione dell’attività (14 per cento) e di passaggio al part-time (10 per cento). Seppure solo il 5 per cento delle donne intervistate è rimasto senza lavoro, sono le più giovani e che vivono al Sud Italia ad essere state maggiormente colpite insieme a coloro che non erano tutelate da un contratto di lavoro a tempo indeterminato: donne attive nei settori di turismo, ristorazione e sport. Circa il 40 per cento delle intervistate riferisce di aver subito difficoltà economiche importanti, tra cui le lavoratrici contrattualmente meno tutelate, le donne che hanno perso/cambiato lavoro e quelle che hanno avuto riduzioni/sospensioni delle attività lavorative. Sono proprio queste lavoratrici che hanno percepito un impatto negativo sulla vita professionale, tant’è che circa il 30 per cento ritiene che la propria condizione lavorativa sia decisamente peggiorata (3 - 4).
“Le donne sono le prime vittime della pandemia, indipendentemente se malate o meno”, sostiene Francesca Merzagora, Presidente di Fondazione Onda. “L’impatto sulla salute fisica e psichica del Covid-19 è stato pesante come confermato dall’indagine che abbiamo svolto su Donne, Covid e Lavoro. Nel nostro campione il 76 per cento delle donne ha trascurato la propria salute rinunciando a screening preventivi e a visite di controllo, l’85 per cento ha sofferto di almeno un disturbo psichico prolungato dopo l’emergenza, il 39 per cento ha avuto difficoltà economiche e il 33 per cento delle donne intervistate ritiene che a seguito dell’emergenza sanitaria la propria condizione lavorativa sia decisamente peggiorata. Per non parlare delle violenze domestiche che sono drammaticamente aumentate in Italia”.
Ma non è tutto... 7 su 10 delle intervistate hanno trascurato la propria salute fisica, dato che raggiunge l’86 per cento se si considerano le donne con patologie croniche. Disturbi del sonno, tristezza e pianto, pensieri negativi, bassa autostima e apatia, sono alcuni dei sintomi che hanno accompagnato le donne durante il periodo di emergenza sanitaria, soprattutto coloro che hanno sofferto di difficoltà economiche importanti, tanto che quasi 9 su 10 hanno sofferto di almeno un disturbo psichico per un periodo prolungato.
In questo scenario poco "roseo", un dato positivo però c'è: l’emergenza sanitaria ha insegnato un nuovo modo di lavorare e soprattutto un nuovo modo di gestire la propria salute. La tecnologia si è rivelata un’ottima alleata con il 50 per cento delle donne che ha imparato ad usare nuove tecnologie e strumenti di lavoro e il 100 per cento delle donne ha utilizzato almeno un App o servizio a supporto della salute come per prenotazione e ritiro di esiti di esami.