“Parla come mangi” così recitava un antico proverbio, ma oggi se dovessimo realmente esprimerci come ci alimentiamo, cosa succederebbe mai? Il timore, forse non del tutto infondato (anzi), è che lo spettacolo proposto sia tutt'altro che limpido.
Va detto però che la sicurezza degli alimenti, punto chiave della filiera alimentare così come il controllo, è strettamente stabilita e monitorata da norme stringenti, almeno nei Paesi UE, cosa ben diversa altrove. Basti pensare che nel 2017 sono stati effettuati nei punti vendita della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) 2 milioni e 300 mila test (pubblici e privati). L'osservazione puntuale e costante sulla tracciabilità, sulle scadenze, sugli stati di conservazione e sull'igiene dei prodotti alimentari che quotidianamente troviamo a scaffale quando andiamo a fare la spesa nel super sotto casa (1). Di particolare interesse quindi la recente presentazione a Palazzo dei Giureconsulti a Milano a tema sicurezza alimentare nella Grande Distribuzione. In particolare è stato reso pubblico il dossier, intitolato “Sicurezza alimentare, tracciabilità e qualità”, realizzato da The European House – Ambrosetti, per conto dell’Associazione della Distribuzione Moderna (ADM).
Sono stati quindi approfonditi i molti (esattamente 25) Enti controllori europei che sovraintendono alla catena alimentare nella grande distribuzione: una garanzia certamente per il consumatore, una complicazione forse per l’industria. Un quadro analitico intelligente e imprescindibile per il consumatore che può così mettersi in guardia da fake news o articoli ad effetto. Non sono pochi infatti i soggetti deputati a tali verifiche: dai Ministeri alle ASL, dai Carabinieri alla Guardia di Finanza, dall’Ispettorato anti frodi ai Consorzi di tutela. A questi controlli vanno sommate le centinaia di migliaia di test che le varie catene della distribuzione moderna con i loro Uffici Controllo Qualità affidano a istituti specializzati indipendenti. Nel 2017 le stesse insegne distributive hanno inoltre commissionato circa 2 mila controlli su quelle industrie che forniscono i prodotti a Marchio delle varie insegne e di prodotti freschi e freschissimi.
“Siamo fieri di essere un Paese che assicura ai propri consumatori il massimo delle garanzie sulla sicurezza alimentare – ha affermato Giogio Santambrogio Presidente di ADM (2 - Primo da Sx) - e di essere un settore che contribuisce in modo determinante a raggiungere questo risultato, applicando rigorosamente le norme e facendo di più con attività di autocontrollo. E’ tuttavia necessario, a nostro parere, attivare un miglior coordinamento tra i tanti enti preposti ai controlli, razionalizzandone gli interventi e assicurando unicità di interpretazione della medesima norma sul territorio. Dunque ben vengano i controlli, ma procediamo ad una messa a punto del piano complessivo, per evitare quelle procedure o incomprensioni che non generano alcun vantaggio sulla sicurezza, ma creano ostacoli e burocrazia dove invece ci dovrebbero essere efficienza e risultati”.
Insomma controlli, tracciabilità, Enti certificatori e di verifica. Tutto converge nel garantire per quanto possibile il consumatore, ma non ci stancheremo mai di ricordare un antico proverbio dei giusti nell’antica Roma: “Erranti bus non dormienti bus jura succurrunt” (la legge aiuta chi sbaglia, non chi dorme)… e quindi di ripetere al consumatore di leggere (e bene!) le etichette, primo baluardo della sicurezza a tavola (3). Buona lettura e buon appetito!