Delle autentiche prelibatezze (1). Non si può definire diversamente le marmellate Chiaverini, storico marchio toscano dal 1928, presente nelle dispense dei fiorentini per accompagnarli dalla colazione, al brunch e, perché no, anche per inedite suggestioni gastronomiche. Prodotti che, da tempo ormai, parlano a scaffale, creando un legame fortissimo con il consumatore regionale: è difficile, infatti, non notare questi barattoli colorati (ma anche nella confezione in vetro e nel formato tubetto), perfino per un acquisto d’impulso, grazie all’originalissimo pack, appunto, che si presta a vari riusi creativi, e che li fa decisamente spiccare tra gli altri competitor del mercato.
Ebbene, l’azienda è stata acquistata lo scorso 22 dicembre dalla famiglia, sempre fiorentina, Barbagli Carapelli - non da oggi, protagonista nel settore food - entrando, così, nel gruppo Le Bontà progetto di eccellenze toscane.
La strategia di implementazione della nuova proprietà è chiara: uscire dai confini strettamente fiorentini, con una distribuzione capillare anche nella distribuzione moderna, senza snaturare il processo produttivo che contraddistingue le marmellate Chiaverini da 100 anni. “Il mercato è fortemente presidiato da marmellate, noi vogliamo mantenere la tradizione al centro, forti di tre elementi imprescindibili, quali frutta, zucchero e tempo, dove per tempo si intende un processo di produzione alla vecchia maniera, preservando quell’heritage importantissimo che ne fa un gioiello di autentico buon gusto, dalla consistenza inconfondibile” - ci ha raccontato Andrea Barbagli, amministratore delegato de Le Bontà.
Dodici le referenze totali, dalle classiche Pesca, Albicocca o Fragole, per citarne alcune, fino alle più “particolari” More di Rovo, Arance con Scorze, Fichi e Mandorle (2) e, udite, udite, Marroni, ricetta creata dai frutti autunnali frullati a crema.
L’occasione per apprezzare una volta di più le stuzzicanti marmellate Chiaverini, si è presentata durante un prelibato “brunch fiorentino” (3), presso Ditta Artigianale: due le proposte, una dolce a base di pan brioche a fette secondo la tradizione dei cugini d’oltralpe, ricotta e marmellata di More, l’atra salata, con formaggio di capra fresco, marmellata Fichi e Mandorle, pane ai cereali, carpaccio di Angus e rucola (4). Entrambe accompagnate dagli Specialty coffee di Ditta Artigianale (5). Ottima la scelta della varietà dell’Honduras: caffè ottenuto con fermentazione anaerobica, è gradevolissimo, morbido, quasi una tisana, proprio perché privo di note troppe estreme o amare. A descrivercelo Simone Amenini, barman di Ditta Artigianale.
Tornando a Chiaverini, se siete curiosi di scoprire i primi segnali dell’importante piano di restyling dell’azienda, sappiate che la vetrina sarà l’imminente (6) Salone di Pitti Taste a Firenze (Padiglione Canaviglia, Stand Y23).
Merita certamente farci un salto, per affondare il cucchiaio, ça va sans dire, e per conoscere da vicino il disegno di un’imprenditoria vincente che ha scelto, con coraggio, determinazione e conoscenza del settore, di approdare al nazionale e non solo.
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