Casa dolce casa ma... non sempre è così. Parlando di qualità dell’aria del nostro "nido", per esempio, quanto in realtà ne sappiamo? Poco, più dell’87% degli italiani, infatti, secondo un sondaggio di Gioel, azienda specializzata nell’abbattimento dell’inquinamento indoor, non si informa sulla salubrità dell’aria che normalmente respira tra le mura domestiche (1). Da non sottovalutare, infatti, sopratutto per chi vive nei grandi centri urbani, proprio l'inquinamento indoor (2). Da sapere che la principale fonte inquinante è l’aria che entra dall’esterno attraverso porte o finestre (3).
“Le particelle di inquinamento atmosferico, unite ai particolati ed alle polveri entrano nelle nostre case e vengono eliminate con grande difficoltà" – riporta Marcello Svaldi, esperto di inquinamento indoor, nonché AD di Gioel - "E’ necessario infatti non solo aprire le finestre, ma creare corrente d’aria per almeno 10 minuti più volte al giorno, per avere un reale ricambio di aria” (4).
Ma vediamo altri fattori inquinanti che "disturbano" il nostro benessere quando siamo in casa...
La stessa ricerca evidenzia anche come i detersivi chimici siano ancora quelli che vanno per la maggiore, infatti, il 67,48% degli italiani preferisce acquistare i detergenti chimici contro il 32,52% di coloro che invece acquistano i detergenti green.
I composti organici volatili sono, infatti, un’altra importante fonte di inquinamento indoor è rappresentata dallo sterminato universo dei detersivi, detergenti, deodoranti, formaldeide, cosmetici, vernici e via dicendo. Anche in questo caso le molecole di questi composti rimangono a lungo nelle nostre case finendo per essere respirate.
L’inquinamento indoor comprende anche il fumo passivo, un inquinante potente e resistente. Dall’aria passa ai tendaggi, ai tessuti e permane molto a lungo.
Da non sottovalutare il mondo delle polveri: polveri, micro-polveri, nano-polveri. Più sono piccole, più riescono a superare le barriere naturali dell’uomo ed arrivare fino agli alveoli polmonari e bronchiali, causando le comuni allergie. La polvere non è possibile eliminarla del tutto, ridurre la sua concentrazione però, si può.
Infine, vi è un inquinante, anche se non può essere definito tale, ma che va contenuto: l’anidride carbonica, che le persone emettono nel corso della respirazione. Se raggiunge alti livelli di concentrazione comporta un malessere facilmente riconoscibile. Ecco perché sentiamo il bisogno fisico di areare la camera da letto, il salotto o l’ufficio.
“Con la respirazione emettiamo le note goccioline di saliva (aerosol o droplet a seconda delle dimensioni), - continua Svaldi - che, in caso di un’infezione in corso come la pandemia in atto, possono determinare il temuto contagio. La qualità dell’aria indoor può influire sul fenomeno. In sintesi, è come se le molecole di polvere e di inquinamento rappresentassero dei veicoli a bordo dei quali le goccioline microscopiche di saliva infette viaggiano, prima di evaporare o di depositarsi sulle superfici”.
Le soluzioni per difendersi dall’inquinamento indoor sono molteplici: valgono dalle buone pratiche universali come l’aerazione dei locali, lasciare le scarpe fuori casa (i giapponesi insegnano) e prediligere, nel caso, purificatori d’aria ecologici.
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