Aperto fino al 24 luglio il Brescia Photo Festival quest’anno ha come tema Le forme del ritratto (1) e in un nutrito numero di esposizioni di alto livello (2), prende in esame tutte le varie sfaccettature che riguardano l'argomento. Fulcro della manifestazione al Museo di Santa Giulia, in Via dei Musei, è la straordinaria esposizione Weston (3), una dinastia di fotografi che riunisce per la prima volta in Italia, 80 opere della celebre dinastia che, partendo dal capostipite Edward, arriva fino ai giorni nostri attraverso i suoi discendenti Brett, Cole e Cara. Tutti i maggiori capolavori di Edward sono presenti, dai ritratti plastici ai nudi che esaltano forme e volumi, dalle dune di sabbia, agli oggetti trasformati in sculture e ai famosi vegetali e conchiglie che, ripresi in primissimo piano, diventano forme sorprendenti, inni alla perfezione della natura. Natura che viene ripresa anche da Brett, il quale opera spesso per sottrazione, isolando pochi elementi, in chiave astrattista. Le foto di Cole invece sono molto più fisiche e sembra quasi di toccare le immagini ritratte. Cara, per anni curatrice della Weston Gallery, ha un approccio molto più meditativo e intenso del resto della famiglia. Sempre nel bellissimo contenitore di Santa Giulia, una vera e propria enciclopedia della storia della fotografia intitolata Lo sguardo restituito (4) che presenta tantissimi capolavori, dagli albori dei dagherrotipi fino all’oggi attraverso una carrellata di ritratti celeberrimi icone nella storia della disciplina. Il secondo polo più importante del festival è il Mo.Ca. In via Moretto con quattro mostre. Sandro Becchetti con due esposizioni, Pier Paolo Pasolini, per essere poeti bisogna avere molto tempo, una intensa biografia dell’intellettuale friulano a cento anni dalla nascita e Protagonisti, una galleria di molti degli uomini famosi che hanno attraversato il secolo breve. Stanislao Bragadini, Hollywood a Brescia, è una serie di ritratti di donne della città fatte negli anni sessanta, prendendo a modello quelli degli studios della culla del cinema. Autentica sorpresa per la qualità dei ritratti è la quarta mostra del Mo.Ca. Maurizio Frullani, sette anni in Eritrea. Attraverso la sua reflex analogica il fotografo, negli anni '90, dà vita a una narrazione composta da meravigliosi e intensi visi mostrati con semplicità nelle case (5), nei cortili, nelle officine. Foto che sono autentici capolavori. Queste sono solo alcune delle innumerevoli suggestioni di un festival (6) che diventa sempre più importante, di anno in anno. Assolutamente da vedere per tutti gli appassionati.
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