Le prestigiose sale dell’Hotel Principe e Savoia di Milano hanno visto riunirsi i produttori francesi membri dell'esclusivo club - UGM - (1 - 2) assieme all’unico rappresentante italiano, la famiglia Vajra, famosa per i suoi baroli, in un evento straordinario. Accanto ad alcuni selezionati ospiti del Belpaese, tra cui Arpepe, Gravner, Alois Lageder e Foradori, i vignaioli d’oltralpe hanno tenuto fede all’idea per cui il fondatore, il produttore della Loira Didier Daguenau, riunì uomini uniti dalla passione, dalla curiosità, dall’approccio naturale all’ambiente, ma soprattutto dall’amicizia.
Innanzitutto, uno dei pezzi da novanta protagonista della rivoluzione avvenuta sul finire del secolo scorso nella Champagne, il celebre Jacques Selosse. Avize, piccolo villaggio nella Cote des Blancs è stato teatro di questo nuovo modo di concepire le bollicine più famose del mondo dove si applicò la filosofia del “non agire“ in vigna cercando, nel percorso sino alla bottiglia, di ridurre al minimo le trasformazioni dell’uva. Fermentazione in barrique, l’utilizzo di soliti lieviti indigeni e l’aggiunta di dosi minime di liqueur d’expedition, contribuiscono a farne tra gli champagne più buoni ed amati a livello mondiale, come ampiamente dimostrato Initial e Substance a base Chardonnay presenti in degustazione. David Duband (3) ha portato dalla Borgogna dei Pinot Noir dallo stile deciso e marcato in cui la mineralità è perfettamente integrata con tannini assai morbidi e fini come nel Nuits Saint Georges Premier Cru Les Proces 2020. La zona di Bordeaux è stata rappresentata da Michel Theron con i vini di Clos du Jaugueyron, in particolare un Margaux 2019 di grandissimo fascino, in cui viene esaltato al massimo il terroir usando lieviti indigeni e un’estrazione soffice del mosto. Dalla Loira, Philippe Alliet (4) un Chinon cha reso il Carbernet Franc fresco ed elegante come raramente ci è capitato di assaggiare. L’Alsazia e i suoi terroir sono stati celebrati dalla produzione di Antoine Kreydenweiss (5), erede di una famiglia di viticoltori che vive da tre secoli ai piedi dei Vosgi. Infine, i Biodinamici di cui ci ha esaltato il magnifico Riesling Grand Cru sempre by Kreydenweiss.
L’associazione UGM ha tra i suoi membri anche Eric Bordelet, un ex sommellier che nel 1992 decise di recuperare l’antico podere di famiglia, dei campi di… mele e pere! Situato nella parte meridionale della Normandia, il domaine, trattato secondo i dettami dell’agricoltura biologica e biodinamica, produce sidro di mele, di pere, di sorbo e calvados. In particolare quello di pere ha un profumo inebriante e sapore straordinario. Assolutamente imperdibile come d’altronde tutta la degustazione a dir poco epica a cui abbiamo avuto il privilegio di partecipare.
Santé!