Living & Convivi :: 12 apr 2023

Aprile a Milano: cosa vedere?

Un mese esplosivo quello di aprile nella città meneghina e non solo per il Salone del Mobile. Tra Art Week, Miart, (1) mostre di arte moderna e contemporanea, soggiornare a Milano è un'occasione imperdibile in questo periodo "caldo" dell’anno.

Artweek dall’11 al 16 aprile 

La settimana in cui decine di gallerie si presentano con i loro migliori artisti in 80 appuntamenti per promuovere l’arte moderna e contemporanea. Coincide con Miart la fiera internazionale al Mico in fieramilanocity. Tra il numero altissimo di inaugurazioni che già sono iniziate e che proseguiranno per tutto il mese facendo da volano al Salone del Mobile e il Fuorisalone dal 17 al 23 aprile non c’è che l’imbarazzo della scelta. 

Fondazione Prada dal 2 aprile fino al 17 luglio.

La esibizione di Fondazione Prada (2) con le Ceroplastiche provenienti dalla Specola di Firenze, incredibile collezione di anatomia comparata con delle perfette riproduzione in cera che risalgono addirittura al 1775, visibili grazie al restauro della Istituzione Fiorentina è un vero capolavoro. Immerse in un allestimento assai suggestivo, cere e disegni anatomici assumono una prospettiva che va ben oltre la parte scientifica degli oggetti per esaltarne il valore artistico, ulteriormente rafforzato dal cortometraggio realizzato dal regista David Cronemberg nel luogo in cui sono normalmente esposte. Una mostra irresistibile, nella sede di Largo Isarco

Hangar Bicocca fino al 2 luglio

L’altro grande polo del contemporaneo, Hangar Bicocca, presenta due esibizioni di due maestri quali Gian Maria Tosatti con NOw/here e Gran Bal di Ann Veronica Janssens. Tosatti (3) realizza le sue opere partendo dall’analisi dello spazio rileggendo la storia del mondo occidentale, le sue crisi politiche creando paesaggi atemporali  e riflettere sulle fratture e tensioni insite nella realtà. Lo spettatore risulta così immerso in uno spazio in cui esso stesso diventa oltre che fruitore elemento stesso dell’opera. Ann Veronica Janssens (4) volutamente in Gran Bal tende ad esporre pochi oggetti e in quanto come lei stessa afferma “vuole sottrarsi all’imposizione della materia nel tentativo di sfuggire alla tirannia degli oggetti“. Investigando fenomeni fisici intangibili come luce, colore, suono e aria, analizza i meccanismi della percezione generando nello spettatore emozioni diverse, dalla gioia alla vertigine, dalla perdita di orientamento all’abbaglio immergendolo in ambienti sensoriali. La luce in particolare viene impiegata in forma, solida, liquida, gassosa infiltrandosi nello spazio espositivo attraverso cumuli di nebbia artificiale, riflessi cromatici o superfici di glitter che sembrano sfuggire allo spettatore, rivelando la natura indefinibile dei corpi. Le due mostre sono visibili nello spazio di via Chiese 2

Helmut Newton a Palazzo Reale e Muholi al Mudec

Proseguendo nell’esplorare i grandi della Fotografia, le due istituzioni cittadine analizzano un maestro conclamato come Helmut Newton (5), ed un' artista meno conosciuta come Moholi. Nel primo caso sono esposte 250 fotografie dell’artista più amato e discusso di tutti i tempi in occasione del centenario dalla nascita, avvenuto nel 1920, ma omaggiato a tre anni di distanza a causa della pandemia. Oltre ad alcune delle immagini più celebri è presentato un corpus di scatti inediti in Italia, in particolare sui servizi di moda più anticonvenzionali. Una retrospettiva ampia e affascinante ma anche il ritratto di un’epoca. Ricordiamo che sempre a Palazzo Reale è tuttora visibile la mostra del video artista Bill Viola, della quale già parlammo entrambe fino a fine luglio. Meno nota è certamente Muholi (6) la fotografa sudafricana che in 60 scatti usa la macchina fotografica come arma di denuncia ma anche di salvezza. In autoritratti che colpiscono per i temi affrontati dal razzismo alla denuncia della violenza alle donne l’artista si ritrae con oggetti quotidiani usati però in modo surreale. Copricapi fatti di soldi, collane con cavi della luce, mollette e corone realizzate con pneumatici, pinze e corde con uno stile che strania perché simile a quello delle copertine patinate delle riviste di moda ma che in realtà denunciano, come nel caso delle pinze, usate nelle torture con l’elettricità. Una mostra davvero sorprendente che merita di essere visitata come la stragrande maggioranza di ciò che è visibile al pubblico in questo “incantevole aprile” milanese.

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