Aveva 83 anni Nanda Vigo, architetta, designer e artista (1). Donna poliedrica, rivoluzionaria, grande protagonista, tra l'altro, del percorso artistico italiano degli anni Sessanta e Settanta, è mancata due giorni fa dopo un breve ricovero. La triste comunicazione è stata data dall’Archivio Nanda Vigo.
Lavorò con Giò Ponti, Lucio Fontana e Piero Manzoni a cui fu legata anche sentimentalmente.
Per più di 50 anni, l'artista milanese (2) si è dedicata alla creazione di sculture e installazioni e, animata da un costante e profondo spirito di ricerca, ha analizzato il delicato rapporto tra spazio e la luce, tentando di "arginarla", andando oltre il principio di incorporeità. Nacque così nel 1964 il "Manifesto cronotopico" (3), la sua teoria della variazione dello spazio attraverso la luce.
Ma rivediamo in breve gli anni più recenti della sua straordinaria carriera...
Nel 2014/2015 espone al Guggenheim Museum di New York, al Martin-Gropius-Bau di Berlino e allo Stedelijk Museum di Amsterdam nelle retrospettive dedicate a ZERO. Tra il 2013 e l’inizio del 2016 realizza diverse personali: “Nanda Vigo Lights Forever”, Galleria Allegra Ravizza, Lugano (4); “Affinità elette” al Centro San Fedele di Milano e in seguito alla Fondazione Lercaro di Bologna; “Zero in the mirror” alla Galleria Volker Dhiel di Berlino; “Nanda Vigo” alla galleria Sperone Westwater di New York. Ha partecipato alla XXI Triennale (21st Century. Design After Design) e nel 2016 ha presentato la sua prima opera monumentale, “Exoteric Gate”, esposta nel cortile della Ca’ Granda dell’Università degli Studi di Milano. Nel 2017 partecipa alla mostra “Fantasy access code” a Palazzo Reale di Milano e al K11 Museum di Shanghai in collaborazione con Alcantara, a “Socle du Monde, Biennale 2017” all’Heart Museum di Herning in Danimarca e alla mostra “Lucio Fontana. Ambienti/ Environment” a Pirelli Hangar Bicocca, Milano. Nel 2018 realizza per il MAXXI di Roma, in collaborazione con Alcantara, la mostra “Arch/arcology” e inaugura la mostra personale presso la Galleria San Fedele di Milano dal titolo “Sky Tracks” e “Global Chronotopic Experience” nello Spazio San Celso di Milano e le mostre collettive “Welt ohne Außen - Immersive Spaces since the 1960s” al Martin-Gropius-Bau di Berlino, “Zero” MONA Museum di Hobart in Tasmania, “Multiforms” a Palazzo Rocca Contarini Corfù di Venezia, “Opere aperte - 1955-1975” alla Fundació Catalunya La Pedrera di Barcellona e “100% Italia” al Museo Ettore Fico di Torino. Nel 2019 inaugura la mostra personale “Nanda Vigo - Light Project” a Palazzo Reale, Milano (5), e le collettive “Object of desire: Surrealism and Design”, Vitra Design Museum, Weil am Rhein e “Mondo Mendini — The World of Alessandro Mendini”, Groninger Museum, Groninger.
È attualmente in corso la mostra “Light project 2020” al MACTE – Museo di Arte Contemporanea di Termoli (6).
Molte sono le pubblicazioni, le interviste, le catalogazioni con una visibilità sempre maggiore e riconosciuta nel mondo dell’arte.
Ripercorrere le tappe del suo lavoro, dal 1959 a oggi, come rammentare la sua presenza nel mondo artistico e del design milanese, sarebbe troppo lungo: ci limitiamo a ricordare i tratti personali del suo carattere, così brusco e deciso, da combattente, che chi l’ha incontrata ha sicuramente percepito, e che i suoi amici ben conoscevano. Era lo specchio di convinzioni radicali sull’arte, il design, l’architettura, che Nanda ha contribuito a creare e a consolidare con le sue opere, e con la coerenza a volte scomoda delle sue idee, manifestate senza paura e senza ipocrisia sia negli anni di festosa rivoluzione dell’arte, che nei periodi di riflusso.
Spirito intransigente, artista indipendente, ha sempre scelto la sua vita.