Il nostro viaggio attraverso le aree vitivinicole italiane fa tappa tra Lombardia e Veneto in prossimità della sponda meridionale del lago di Garda. Siamo nel Lugana, zona di ineguagliabile bellezza e accarezzata dall'aria fresca di lago. Qui, nella vasta pianura coltivata quasi tutta a viti, nascono prestigiose perle di Bacco di colore giallo paglierino, sapide e schiette al palato. Come il magnifico Lugana Doc in purezza della Famiglia Olivini (1). Il direttore della Cantina (2 - 3) Giovanni Olivini ci racconta di una storia, la loro, che continua da mezzo secolo. Di vini "personalissimi" (4), con la passione dentro. E dell'importanza del turismo enogastronomico per enoviandanti o semplici curiosi del buon bere. Leva non banale per una ripartenza sostenibile del sistema Italia. Alla porta di tutti.
La storia di Famiglia Olivini, in breve...
La nostra è un'azienda che nasce nel cuore del Lugana nel 1970 e che ha voluto con forza portare avanti, ora anche grazie al mio impegno e quello dei miei genitori Graziella e Giulio e ai miei fratelli Giorgio e Giordana, la grande passione del nonno verso questa meravigliosa terra e del vitigno che la contraddistingue. Nei vigneti di famiglia viene prodotto e selezionato il frutto di attente vendemmie, reinterpretando le uve in ogni loro annata. In viticoltura e in enologia nulla è costante: i vini non sono mai ripetibili, ma unici. Nella proprietà situata nel suggestivo panorama adiacente al Lago di Garda la nostra azienda vanta moderne attrezzature grazie a continui investimenti in nuove tecnologie e ampliamenti della cantina dove avviene tutto il processo di vinificazione. Ogni singolo dettaglio legato alla coltivazione e alla vinificazione non viene trascurato: propagazione delle vigne per innesto, cura nella selezione delle uve, rigorosamente raccolte a mano, controllo della qualità dei materiali usati, eleganza nella presentazione con l'unico obiettivo di esaltare un grande prodotto, il vino.
Come descriverebbe i vostri vini a chi ancora non vi conosce?
La nostra filosofia sin dalle prime produzioni è sempre stata quella di proporre un Lugana in purezza che se in passato questa scelta può averci penalizzato nell’affermare il nostro brand ora ci sta dando grandi soddisfazioni, così come il nostro credere che in questa terra il merlot avesse un grande riscontro ci ha portato anche alla realizzazione del sogno del nonno di produrre un merlot in terra di lugana conseguendo un ulteriore successo.
Prodotto di punta? O quello a cui siete più legati...
Siamo produttori di Lugana, ma orgogliosi del successo del nostro “Notte a San Martino” (5) che valorizza ulteriormente i nostri sforzi di produzione di vini di qualità. Da evidenziare la passione per i vini spumanti che ci ha permesso di essere tra i primi, in passato, per la realizzazione di un Lugana Brut metodo classico ed invece i primi in assoluto, tre anni fa, a produrre un Pas Dosè di Lugana. Le bollicine ci permettono, quindi, di dare ulteriore spessore a questo vitigno che ben si presta alla spumantizzazione.
Vi contraddistingue un'agricoltura ragionata, ci spiega di cosa si tratta?
É un metodo tramandato per generazioni da mio nonno Giuseppe Olivini, un'impostazione del lavoro che pone al centro la salvaguardia del territorio, della terra stessa e di conseguenza dei suoi prodotti. Dal 2018 Agricoltura ragionata è un marchio registrato e identifica la nostra volontà di intervenire il meno possibile con pratiche invasive, sia in campagna che in cantina. Da ormai quasi vent’anni la nostra azienda aderisce alle misure agroambientali che prevedono un utilizzo mirato di fitosanitari, abbiamo anche optato per alcune accortezze volte alla perfetta conservazione del prodotto: per esempio evitiamo l’uso smodato di chimici o conservanti quando non necessari, ricorriamo invece alla tecnologia ricreando le condizioni perfette per la preservazione del vino e delle sue qualità organolettiche.
Crediamo fermamente che siano lo stato di salute del suolo e della vigna a permetterci di entrare in un circolo virtuoso con la natura: più viene rispettata più essa stessa reagisce alle difficoltà senza eccessivi interventi da parte dell'uomo.
La ripresa post Covid, come vede il futuro prossimo del mercato enologico?
È un futuro da ricostruire o meglio da affrontare con la consapevolezza del dover convivere con nuovi timori. Ci piace farlo con l'avallo delle esperienze maturate in passato e mantenendo costante l’impegno quotidiano verso il nostro lavoro. A questi ingredienti ci aggiungiamo una buona dose di “positività” che ci può aiutare a tornare alla normalità, pur con una consapevolezza diversa. Sarà più impegnativo, ma sentiamo fortemente la volontà di ripresa.
La forza del delivery vi sta aiutando in questa fase delicata?
Ci ha dato l'opportunità di fornire un servizio: più che un reale riscontro in termini di vendite per noi rappresenta un mettersi a disposizione del cliente. L'impegno è sicuramente maggiore, ma ricevere un riscontro è la nostra massima soddisfazione.
Si parla molto di enoturismo in particolare ora per stimolare gli italiani a viaggiare entro i propri confini; state pensando a nuovi percorsi sensoriali dedicati anche in relazione a un territorio, il vostro, ricco di fascino?
Per questo non ci fermiamo mai per soddisfare il pubblico e le richieste del cliente rispettando le regole e la sicurezza. La nostra fortuna è che possiamo presentarci ai visitatori con grandi spazi e distanziamenti che forniscono la giusta rassicurazione anche a gruppi numerosi o alle famiglie. Abbiamo proposte che spaziano dalle degustazioni classiche agli eventi personalizzati, da semplici situazioni in giardino con piacevolissimi picnic in vigna a serate estremamente ricercate (6).