Visioni da bere :: 11 apr 2019

Vinitaly 2019 - La diplomazia del vino per migliorare il made in Italy

Cronaca di Bacco dell’inviata (e moglie di un diplomatico) Milena Padula (1 - Nella foto prima da Sx).

Il vino è da sempre un ottimo ambasciatore del Made in Italy e quale migliore occasione del Vinitaly per apprezzarlo pienamente? Quattro giorni di degustazioni, presentazioni, stand affollati di produttori, sommeliers, conoscitori o semplici curiosi arrivati dall’Italia e dall’estero per questa annuale celebrazione del vino che si è appena conclusa a Verona. Centomila metri quadrati di stand con 4600 aziende da tutte le regioni d’Italia ed un mercato del vino in continua crescita sul fronte del consumo interno e dell’esportazione (2 - 3).

L’enotour è cominciato nella maniera più felice con una degustazione di Amarone offerta dalla Tenuta S. Antonio (1 bis). A guidarci alla scoperta del nettare degli Dei della Valpolicella Luca Gardini (4), migliore sommelier del mondo 2010, talento unico e comunicatore che ben ci ha descritto la sua filosofia del vino.
 Abbiamo poi proseguito chiedendo a vari produttori quali i vini da scegliere quando i diplomatici italiani si trasferiscono per lunghi periodi nelle sedi estere (5 Video - 6). Il vino italiano, volano delle nostre esportazioni e immagine vincente del Bel Paese (7 - 8), non può mancare - ça va sans dire - negli eventi organizzati dalle nostre Ambasciate e Consolati in giro per il mondo. Di solito, un diplomatico in partenza per una qualsiasi sede provvede ad una selezione di vini da utilizzare per i ricevimenti, essendo in Italia la scelta più vasta e i prezzi meno alti; ci sono però alcune accortezze da seguire per far sì che il vino arrivi a destinazione possibilmente integro. E, sempre in occasione della kermesse veronese, proprio alcuni specialisti del settore ci hanno consigliato sui criteri da preferire e sugli accorgimenti da utilizzare per il trasporto e la conservazione di vini che spesso devono viaggiare via nave su lunghe distanze, dal Sudamerica, all’Asia fino al continente africano. Da prediligere i rossi rispetto ai bianchi: si alterano, infatti, meno facilmente. Per questo motivo ai bianchi viene aggiunta una maggiore quantità di anidride solforosa che ha proprietà antiossidanti e antisettiche e che permette una migliore stabilità e conservazione. Così, i vini biologici che non contengono sufficiente anidride solforosa sono sconsigliati per i lunghi viaggi. Ovviamente, per la logistica è raccomandato il periodo invernale piuttosto che quello estivo e l’uso di particolari frigoriferi è auspicabile. Una volta giunti a destinazione i vini andrebbero conservati in luoghi freschi e al buio o in apposite cantine e lasciati riposare per almeno tre o quattro giorni. Certo, per i diplomatici che cambiano casa ogni quattro anni è in genere difficile trovare luoghi ideali per la conservazione dei vini. Per la mia esperienza, è stato più facile a Montreal che in Bahrein, dove ho dovuto attrezzare una stanza apposita con aria condizionata 24 ore su 24 per evitare che il vino si rovinasse per le alte temperature. Ma come viene accolto il vino nelle varie parti del mondo? In modo diverso a seconda della cultura di riferimento. E, come moglie di un diplomatico, ho potuto valutare numerosi e insoliti approcci.
 In Bahrein, per esempio, dove capita che il vino bianco venga servito nei bicchieri dell’acqua su richiesta degli ospiti mussulmani poco inclini a dare nell’occhio; In Russia, invece, il consumo di vino durante i pasti non è eccessivo visto che è abitualmente sostituito dalla vodka, la bevanda nazionale. In Canada è più diffuso l'utilizzo della birra: va detto, infatti, che la produzione in loco dei numerosi birrifici artigianali è di ottima qualità. Il vino resta comunque molto apprezzato a Montreal che, grazie alle sue origini francesi, è certamente tra le città più europee. Ci sono anche delle discrete produzioni tipiche nella zona dei Cantons de l’Est: qui i produttori usano speciali coperture per proteggere i vigneti, permettendo loro di superare inverni estremamente rigidi. Un'altra produzione di nicchia ma più pregiata è quella dell’Ice Wine, un vino dolce ottenuto dalla vinificazione di grappoli d’uva sottoposti ad una settimana di gelo con una temperatura costante di - 8 gradi. Ancora... a Montreal bisogna chiedere un permesso a un ufficio competente del Comune per servire vino ai ricevimenti in luoghi pubblici come teatri o musei.
 Nelle Americhe in generale i super alcolici vengono preferiti al vino, ma le produzioni locali di rossi e di bianchi - dalla California al Cile - hanno anche incentivato il consumo di vini italiani per una clientela più esigente disposta a spendere cifre più alte per le nostre etichette di qualità.
 In Cina il mercato del vino italiano sta cominciando a dare buoni risultati, nonostante la costante predominanza del tè come bevanda consumata durante tutta la giornata pasti compresi. I vini più apprezzati sono i rossi e vengono spesso acquistati per essere regalati, vista l’importanza dell’omaggio nella cultura cinese. Una curiosità: il vino viene bevuto anche dalle donne cinesi perché si ritiene abbia proprietà anti-ossidanti ed anti-età. 
Il nettare di Bacco italiano rimane ovunque nel mondo il primo biglietto da visita per presentare il nostro Paese sia da un punto di vista culturale che commerciale. In fondo, i migliori affari si concludono a tavola, magari davanti a un buon bicchiere di Brunello.

Ron Millonario

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