Tutto il buono (e il bello) del giallo del Collio. Una frase per definire lo straordinario patrimonio vitivinicolo di un lembo di terra del Friuli Venezia Giulia, il Collio, appunto, che si estende nella fascia collinare settentrionale della provincia di Gorizia. 1500 gli ettari coltivati a vite dove varietà autoctone e internazionali hanno trovato le giuste condizioni per divenire un’eccellenza riconosciuta dal 1968 con la denominazione DOC Collio. Qui, le uve a bacca bianca, infatti, imperano da assolute protagoniste e, grazie all’influsso delle Alpi, alle brezze marine, alle diverse escursione termiche e, soprattutto, alla “magica” Ponca, il terreno ricchissimo di minerali, il cui gusto si ritrova in ogni nettare, danno vita a “sfumature” di bacco molto diverse tra loro, oltre che a livelli di qualità decisamente alti.
Un microcosmo straordinario che trova le sue radici nella notte dei tempi e che serve le tavole di tutto il mondo. Espressione dell’amore e della mano dell’uomo, sono vini con grande personalità, molto saporiti e accattivanti. Tutte caratteristiche che abbiamo potuto constatare in occasione del Collio day recentemente andato in scena a Firenze, presso il Gran Hotel Mediterraneo.
Cinque i vini bianchi (1) proposti in assaggio (2) alla presenza del sommelier AIS Massimo Castellani e da alcuni produttori, in particolare le Cantine Cormons e Venica&Venica (3), confermando tutti, seppure con “narrazioni” in bocca diverse, gradevolezza certa e grande beva (4). Non sono mancati deliziosi appetizers di formaggio Montasio DOP e di prosciutto di San Daniele Dop.
Di carattere e dalla qualità raffinata, il primo vino che abbiamo degustato ha da subito rivelato al naso, frutta a polpa gialla matura e note speziate di vaniglia. In bocca, ci ha letteralmente stregato, invitando a un più di un sorso, quale perfetto portavoce dell’eleganza del territorio. Avvolgente, sprigiona note dolci, di salvia, pesca gialla matura e altre più agrumate con tratti di pompelmo che arricchiscono il sorso. In contraltare spicca la mineralità di gusto regalata dalla Ponca. Da non farsi mancare in riva al mare al calar del sole, in buona compagnia.
L’oro, il colore che lo contraddistingue con punte di vivacità che già alla vista incanta. Friulano in purezza, è molto ricco d’impatto con al naso note di dolcezza, frutto molto maturo, come la pesca, ma anche il burro, la mandorla per culminare in un floreale essicato con note di camomilla. Al sorso, c’è morbidezza che in chiusura tende al salino con sentori di macchia mediterranea. Un nettare estremamente interessante, al naso e in bocca, con notevoli capacità di evolvere nel calice, trovando la giusta ampiezza aromatica.
Il terzo oggetto del nostro assaggio è stato una Malvasia istriana, secondo noi, di indubbio spessore. Un vino dal mare, caratterizzato da corpo ed eleganza. Punte amaricanti di mineralità convivono nel bicchiere, abbagliando per la cromaticità intesa, un dorato pieno e luminoso, sintomo di una vendemmia calda e generosa. Al naso, il primo impatto è fruttato secco con punte di mandorla, rivelandosi, subito dopo, con note d’agrume tra scorze d’arancio, mandarino e cedro, per culminare in altre burrose. Vino dinamico, con sorso affascinante, suadente che si anima di energia grazie alla freschezza. La chiusura salina alternata da balsamicità allunga molto la persistenza.
Un blend di uve Friulano, Malvasia Istriana e Ribolla Gialla (5), vendemmiate rigorosamente a mano, che stupisce per l'intenso profumo dolce di susine mirabelle. Solo successivamente emergono la pesca, l’albicocca, per terminare nel timbro degli agrumi. Un fil rouge suadente che annuncia la bocca. Il sorso è setoso, aereo: non c’è assolutamente pesantezza alcolica, dove il ritmo viene dato dalla freschezza tra frutta a e balsamicità, in una chiusura salina. Torna il grande plus della Ponca, il tesoro del Collio.
Un vino bianco agé! Ebbene sì, un bianco che proprio per le caratteristiche del luogo, ha la facoltà di invecchiare e non poco. Ricco di struttura ed equilibrio (6), questo nettare complesso e oltremodo affascinante, svela nel bicchiere morbidezza dinamica in un concerto di freschezza, sapidità e mineralità. Il tutto accarezzato da un intrigante retrogusto mandorlato.
Insomma, indimenticabile assaggio di un territorio piccolo ma estremamente ricco in termini di varietà, dove ogni vitigno conduce, immancabilmente, a una sfumatura di quello che è il giallo del Collio.
Wine tasting memorabile!