Living & Convivi :: 18 ott 2017

Toscot, la scelta di Colin per la luce

Provincia di Firenze, Sesto Fiorentino, zona vocata per l'imprenditoria industriale. Arrivo da Toscot azienda illuminotecnica che dal 2001 produce elementi illuminanti che si contraddistinguono per l'affascinate connubio tra tradizionalità toscana e design contemporaneo. Incontro il pioniere, il designer inglese Colin Dinley (1). Una vita tra viaggi in giro per l'Europa alla ricerca di stimoli nuovi, fino a quando incontra la moglie Lorella e qui si ferma per dar voce alla sua grande passione e cioè la ceramica.
Da allora, il cammino solo in discesa fatto di sperimentazione, conoscenza, approfondimento di materiali e del territorio, porta alla nascita dell'attuale brand Toscot, oggi riconosciuto in tutto il mondo, anche come protagonista di importanti fiere del settore, come Euroluce a Milano o Light and building a Francoforte.
Appena varco la pesante porta industriale delle zone di produzione, l'impressione è quella di giungere in un'officina, l'officina della luce. E' come se, entrando, si palesasse un mood per certi versi inaspettato o comunque non così scontato, il mood di un tempo remoto, dove non si sentono i rumori assordanti delle catene di montaggio ma solo il soffio del pennello o il suono sordo del martello (2 - 3) che rifiniscono una scocca o una base. Intravedo Colin (4) intento a valutare insieme a un suo artigiano, una delle fasi di produzione di Notorius (5), luce a sospensione in terracotta, di grandi dimensioni. Magnifica e monumentale. Il committente ha chiesto delle personalizzazioni in merito alla scelta del colore della sezione interna del corpo della lampada. Sartorialità, tecniche artigianali, cura maniacale dei dettagli e materiali diversi e ricercati solo da artigiani toscani, sono il Dna di Toscot. Un codice identificativo che lo rende immediatamente riconoscibile a un mercato italiano ed estero, spesso avido di risposte immediate, soprattutto nelle delicate fasi di progettazione del contract. "Per noi il fattore tempo rappresenta un elemento fondamentale, così come l'originalità e la qualità. E la vicinanza ai nostri fornitori e artigiani, rende tutto più semplice, veloce e sopratutto meglio gestibile in caso di criticità" - dichiara Colin. "Grazie ai magazzini in loco, possiamo stoccare i diversi modelli allo stato grezzo, e ultimare le decorazioni celermente, rispettando così le consegne agli architetti". Tanti i materiali usati: dalla terracotta alla ceramica bianca colata, dal vetro soffiato alle terre refrattarie colorate, resistenti agli sbalzi termici e quindi adatte per l’esterno. Naturalmente non mancano i metalli, dove all’ottone lavorato si affiancano il rame e il ferro.
All'ultima edizione di Euroluce di Milano, la sua nuova collezione, Traffic (6), ha riscosso importanti riconoscimenti. Plafoniere, applique e sospensioni, dove le lampadine sono a vista proprio come un semaforo, da cui il nome inglese traffic lights; Non sono da meno Camaleón (7) un lampadario essenziale dalle fantasie colorate che cambia trama e colore a seconda dell’ambiente circostante proprio come un camaleonte. Chapeau! (8) e Swing (9) con struttura cilindrica: la prima è caratterizzata da un elemento forgiato come un cappello, mentre la seconda con luci componibili e mobili che sembrano seguire il ritmo dello swing. Lampade spesso flessibili, molte delle quali, perfette in indoor come in outdoor - "Sta mutando il concetto di abitazione classica, oggi ci sono nuovi volumi abitativi che non hanno un'identità precisa, ecco perché è importante formulare delle soluzioni illuminotecniche adattabili a più zone del contesto architettonico" - afferma sempre il fondatore del brand.

Mi soffermo a esaminare la forma pulita e coquette al contempo di Chapeau!. Immagino una signora dell'ottocento con quei tipici cappellini a tesa larga sugli occhi… E proprio l'elemento che riproduce le fattezze di un “cappello” è inserito tra una parte in rame - o in alluminio – e un vetro diffusore, in modo da caratterizzarne la linea. Infine, mi colpisce la funzione bivalente del cavo: estetica e funzionale. "Il filo in rame tornito nel Mugello può essere tagliato a seconda delle necessità e del proprio gusto". L'effetto brillante del rame si sposa in modo sublime con la trasparenza vetro.

Un design intelligente e versatile, oltre che di moda, che ritorna in ognuna delle sue creazioni. Colin ci tiene, però, a sottolineare il suo impegno costante di "cool hunter", cacciatore di tendenze. "Oggi per essere al passo con il mercato non è sufficiente avere un'idea o un disegno in testa, bisogna fare molta ricerca e avvalersi di "tre antenne" per carpire, per quanto possibile, cosa piacerà in un futuro molto prossimo e quale sarà il trend dominante". Ecco che Novecento (10), nata nel 2013, è un esempio palese di questo sforzo nel "leggere" segnali, citazioni prima di tutti gli altri. Questa lampada dal sapore velatamente vintage, rievoca le lanterne poste sulla prua delle barche dei pescatori. Geniale nella sua linearità, è stata copiata ovunque, inaugurando uno stile, una "corrente" che non smette di trovare emulatori ancora oggi. I materiali che la compongono sono la terracotta per il portalampada e il vetro soffiato per contenere la lampadina. Completano il cavo in seta per l'indoor e in neoprene per l'esterno.
Ma non solo illuminazione… da pochissimo, infatti, l'azienda ha deciso di diversificare la produzione, sperimentandosi anche nei complementi d'arredo e accessori décor. Dai portacandele, ai coffe table o tavoli. Una sfida non banale anche perché Colin ci tiene a preservare il tratto peculiare che personalizza ormai da anni le sue collezioni. Uno stile, quello made in Toscot, forte di un know how toscano unico e prezioso, per oggetti non solo belli ma dal valore intrinseco reale.

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