Siamo a Greve in Chianti, nel cuore autentico e lussureggiante del Chianti Classico. Qui, tra i grandi protagonisti che eccellono per una produzione vitivinicola che ha fatto storia e continua a farla, spicca Castello di Querceto, azienda vitivinicola guidata dalla famiglia François (1) da oltre 125 anni e fondatrice insieme ad altri protagonisti del settore, del Consorzio del Vino Chianti Classico nel 1924. La tenuta, che si estende complessivamente su 190 ettari, con il suo agriturismo (2) e l’affascinante parco del Castello (3), si trova in una piccola valle sulle alte colline nel comune toscano. Sono 65 gli ettari di vigneti (4) da cui nascono i gioielli di bacco della maison.
Le due etichette, oggi si offrono nelle versioni 2021 e 2020, i cui vigneti dove il Sangiovese la fa da padrone, si trovano sulle pendici del Monte San Michele, a circa 400-500 metri slm, in una delle zone più alte del Chianti Classico. Un plus non banale che favorisce un microclima particolarmente fresco rispetto alla media chiantigiana e protegge le vigne dalla calura estiva donando ai vini freschezza e verticalità, peculiarità che costituiscono la firma dei vini di Castello di Querceto. Simone François, che oggi guida Castello di Querceto con il padre Alessandro, spiega: “Il microclima fresco di cui godiamo detta lo stile dei nostri vini e, per sottolineare la loro territorialità, cerchiamo di supportare la forza vitale della vigna contenendo il vigore grazie ad una potatura verde primaverile e poi diradando i grappoli solo quando è strettamente necessario. Inoltre, abbiamo deciso di lavorare meno sulle estrazioni e di ridurre l'utilizzo del legno per la Riserva utilizzando solo botti di secondo e terzo passaggio, con l’obiettivo di mettere in risalto il carattere fiero del nostro Sangiovese".
Il Chianti Classico Riserva 2020 ha preso forma in un’annata piuttosto bilanciata (5), con un inizio fresco e abbondanti piogge tra maggio e giugno che hanno prodotto importanti riserve idriche. L’estate calda e lunga affiancata da buone escursioni termiche tra il giorno e la notte ha consentito una maturazione leggermente tardiva, con una resa più limitata del solito (-10%) ma eccellente, soprattutto sul fronte della struttura e dell’equilibrio.
Il Chianti Classico 2021 è invece figlio di un anno più altalenante (6). Un marzo con temperature sopra la media è stato seguito da un forte calo termico all’inizio di aprile. La primavera piovosa ha rallentato lo sviluppo vegetativo delle viti, che hanno riguadagnato terreno nell’estate calda e asciutta per poi trovare il ritmo e le condizioni ideali in settembre grazie a piogge ben intervallate, che hanno portato a una vendemmia di ottima qualità.
La denominazione Chianti Classico è da sempre portabandiera dell’azienda e viene declinata in tutte le sue sfumature: dall’annata alla Riserva, fino a due esempi di cru Gran Selezione, Il Picchio e La Corte. Non mancano poi diversi cru IGT frutto degli studi pioneristici di zonazione effettuati sin dagli anni ’70 da Alessandro François.
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