Visioni da bere :: 25 nov 2019

Toscana - Colle di Bordocheo: l'eccellenza è di casa

Olio e vini di grande valore

L’olio è un elisir di salute. E’ fuori discussione. Di più… cura, come una medicina. Ragion per cui potendo godere della dieta mediterranea che molti ci invidiano perché allora non abbondarne? Se di ottima qualità, protegge dal colesterolo cattivo, dall’infarto, dall’arteriosclerosi… Made in Tuscany ecco “l’oro verde” dell’Azienda Agricola e Agrituristica Colle di Bordocheo, da oltre sessant’anni di proprietà della famiglia Chelini (1 - 2). Oggi il timone della Maison è rosa: Barbara Chelini (3), infatti, da qualche tempo è ritornata alla campagna e, insieme ai fratelli, all’enologo Filippo D’Arrigo e al nipote Pietro, si occupa dell’azienda a tempo pieno dove vite e l’ulivo sono protagonisti da sempre di questo scenario da idillio rurale . “Per me” – racconta– “è stato ‘normale. In pratica mi sento nata qua tra queste vigne e questi ulivi, anche se l’inserimento poi è stato più graduale e successivo: un anno sono venuta qua ‘a dare una mano’, e poi ci sono rimasta”. Ritornando all’olio,  non è stata un’annata semplice: attacchi della mosca e maltempo nei momenti cruciali hanno minato la produzione ma ciononostante - “siamo riusciti a salvare le olive, anche se in quantitativo molto ridotto: se tutto andrà bene, ne porteremo a casa almeno il 40% in meno dello scorso anno” - racconta sempre Barbara. Si tratta di un olio più leggero e fragrante dell’anno precedente, anche se meno profumato. Limpido, dal gusto fruttato, intenso e piccante ma non troppo pungente al palato (4), con una lievissima nota amara e classici sentori di carciofo e foglia di pomodoro. Un olio ricco di polifenoli, insomma, ma senza eccessive grassezze e vischiosità, come si conviene al tipico olio delle colline lucchesi, adatto all’abbinamento con pesci, insalate, legumi. É il frutto di circa 1650 piante delle classiche varietà toscane – frantoio, moraiolo, leccino e pendolino – curate con tutte le attenzioni dell’olivicoltura biologica: niente trattamenti sistemici (la mosca olearia viene contrastata con il bacillus thuringiensis), potatura ad anni alterni, campo inerbito, olive spremute a freddo ogni sera in un frantoio della zona. Nasce così questo olio gustoso ma non aggressivo, messo in commercio in confezioni che vanno dalla bottiglia in vetro da 0,25 l alle tre classiche bottiglie da 0,50, da 0,75 e da 1 litro, fino alle confezioni da 3 litri e 5 litri in latta o in “dama” di vetro, specie su richiesta. E poi c’è Bacco… Sui 30 ettari complessivi della fattoria, completamente a conduzione biologica (a fare da apripista è stato l’olio), sono circa 10 quelli coltivati a vite, in gran parte di proprietà. Le uve principalmente coltivate sono Sangiovese, Ciliegiolo, Chardonnay, Merlot, Vermentino e Trebbiano, nelle nuove vigne impiantate in questi anni trovano ampio respiro anche il Syrah e filari di vitigni inusuali come l’aromatico Petit Manseng e il Moscato Bianco, che conferiscono particolari caratteristiche ai vini dell’azienda. La sua passione? I bianchi (5). E, in una terra dove i Rossi dominano incontrastati mercato e palati, c’è solo da ammirare questa scelta “coraggiosa” di cercare l’eccellenza anche in vini forse più inconsueti rispetto allo scenario tradizionale. 

Ron Millonario

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