La conferma di uno stile, unico, identitario, voluto, ricercato e alla fine raggiunto in un progetto di Bacco encomiabile che parte da lontano. La zona a vocazione vitivinicola è Terricciola, nelle campagne tra Pisa e Volterra a due passi dal Tirreno. La tenuta storica è Badia di Morrona della famiglia Conti Gaslini Alberti, da oltre un secolo ormai alle redini di questa gemma del buon bere e dell'ospitalità (1). In principio fu Duccio Gaslini Alberti, padre dell'attuale proprietà rappresentata da Filippo e Alessandra Gaslini Alberti che, negli anni '90, non fu sordo a un'intuizione, "leggendo" la potenzialità di questo territorio, dei suoi frutti nel bicchiere, per un progetto enologico di più ampio respiro da seguire, curare, implementare e integrare a proposte enoturistiche di livello. E come dargli torto? Il comprensorio è forse meno noto di quello del Chianti Classico ma è di una bellezza che toglie il fiato: grappoli di Sangiovese accarezzati dal sole sfilano tra filari così verdi che paiono giardini, per non parlare del paesaggio campestre, una tela variopinta dalle tante espressioni floreali spontanee. Una sorta di eden a poco più di un'ora da Firenze. Ancora... Un microclima complice forte di benefiche correnti marine che mitigano le alte temperature diurne e asciugano costantemente i filari, lambisce e supporta la prevalenza di uve rosse, di cui il Sangiovese ha un ruolo di primo piano, insieme ad altre di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Syrah. Ovviamente ne godono anche uve a bacca bianca, come il Vermentino e lo Chardonnay che troneggiano nelle vigne pianeggianti. 600 ettari, in tutto, tra boschi di cipressi, lecci e querce, che lasciano spazio a 110 ettari di vigne risalenti (2) i dolci pendii a ridosso del fiume Cascina, tra i comuni di Terricciola, appunto, e Casciana Terme Lari.
Una curiosità, i suoli delle vigne sono un autentico bacino archeologico: percorrendole, è facile imbattersi, qua e là, in fossili risalenti al Pliocene e al Pleistocene, come coralli o conchiglie, segno evidente dell’antica presenza del mare nella vallata.
Tutto sorprende in questo luogo tanto antico quanto proiettato al futuro con i suoi vini: prima, però, di addentraci nel wine pairing che ci ha visti presenti in occasione di un soggiorno in azienda, merita un accenno il senso dell'ospitalità che qui si respira e si vive in un piano enoturistico molto ben orchestrato. Ben 10 grandi case coloniche sapientemente ristrutturate (e tutte dotate di piscina), immerse nel verde e suddivise in ville (3) e appartamenti accolgono i fortunati avventori, dove gli appartamenti sono piccoli rifugi romantici mentre le ville ospitano gruppi di amici o famiglie molto numerose. Cooking class, tour in Vespa, wine tour in cantina e gite nella splendida Badia di Morrona, questo e molto altro prevede il soggiorno alla tenuta. “Locanda La Fornace” - dal nome dell’omonimo podere - è, inoltre, il ristorante della tenuta, dove si possono assaporare specialità toscane abbinate ai vini di Badia di Morrona. Come abbiamo fatto noi, in una cena "della memoria" che ha abbracciato i vini tra i più significativi della Maison toscana (4).
Le danze a tavola si sono aperte con I Sodi del Paretaio Riserva 2020, un Sangiovese in purezza: il bel tannino morbido e maturo rende il sorso appagante, piacevole. Perfettamente in linea con le varie delikatessen del territorio proposte in entrée, dal crostino toscano agli affettati e formaggi.
E' stata poi la volta dell'IGT Taneto 2021. Un blend con il Syrah protagonista e un tocco di Sangiovese e Merlot. Nasce in alcune delle parcelle più ricche di fossili della tenuta (tra cui la Vigna Disperato), che infatti contribuiscono a donargli un carattere minerale e speziato sui generis. Servito con delle Lasagne caprese, ha da subito rivelato un sorso scorrevole. Il suo lato tondo, suadente ed armonioso, nonché il finale lungo, conquista senza se e senza ma. "Commercialmente funziona molto bene" - ci ha raccontato Filippo Gaslini (5). 20 mila le bottiglie prodotte ogni anno.
Sono seguiti N’Antia, il taglio bordolese della produzione - Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot - nelle annate 2020 e 2017, e il VignAalta, uvaggio Sangiovese, annate 2019 e 2017. Un nettare certamente di razza il VignAlta 2019, con un frutto straordinario - "gran bella annata" - a detta dell'enologo Adolfo Benvenuti (6) - "che tendeva un pò più al fresco".
L'intensità al palato, unita ad eleganza e ampiezza di gusto, di entrambi i N’Antia, hanno trovato nella Bistecca alla fiorentina un gemellaggio ottimo. E al nostro palato uno stupore piacevolmente favorevole.
Enoturisti, cultori di Bacco o semplici curiosi, siete avvisati...
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