Dell’inviata Milena Padula (1 - Plaza de Toros).
Gli azulejos, i fantastici disegni di piastrelle colorate creati dai Mori per decorare il loro palazzi, descrivono perfettamente la città di Siviglia: un mosaico di culture che forma un insieme armonico ed affascinante.
L’eredità dei romani, dei mori e dei re spagnoli si ritrova nell’edificio più importante della città: la Cattedrale (2) con il suo famoso campanile. Le colonne che circondano il marciapiede sono romane e provengono dalla città di Itálica (una delle prime città romane fondate in Spagna), il campanile della Giralda e il Patio de los Naranjos sono un’eredità della precedente moschea araba, mentre la cattedrale, il terzo edificio cristiano più grande d’Europa dopo la cattedrale di San Pietro e quella di San Paul, è un mirabile esempio di architettura gotica. Nella stessa zona un’altra costruzione che evidenzia questa fusione di culture è il Real Alcazar. Infatti, dopo la riconquista dell’Andalusia da parte dei re cristiani, si diffuse un nuovo tipo di architettura chiamata “postmoresca” che ricalcava lo stile dei mori, grazie anche agli artigiani arabi chiamati mudéjar (che significa “coloro a cui è permesso di restare”). Il Palazzo fu fatto costruire nel 1346 da Pietro I ed è un autentico gioiello moresco tra cortili finemente decorati e saloni fiabeschi. Un esempio è il Salón de Embajadores la cui enorme cupola in legno dorato lascia senza fiato. Imperdibili sono gli enormi giardini che tra fontane, ceramiche colorate e costruzioni ardite ricordano i giardini (3) delle mille e una notte!
Il quartiere Santa Cruz dove si trova la Cattedrale che l’Alcazar, non offre solo meraviglie architettoniche ma anche specialità gastronomiche locali con un’ampia scelta di ristoranti e bar tipici.
Tante sono le specialità a partire dalle immancabili tapas, spuntini nati per accompagnare un bicchiere di vino che, secondo la tradizione, venivano coperti con una tapa, un piattino per "chiudere" il liquido contenente una fettina di prosciutto o di formaggio: ecco spiegata l’origine del termine. Le carni sono anche molto popolari come il manzo, con uno dei suoi piatti più conosciuti in Andalusia il roba de toro (la coda di toro) ed il maiale con il famoso jambon serrano (4), (prosciutto di montagna). Questa è anche la terra del gazpacho, la classica zuppa fredda a base di pomodoro e del salmorejo, una versione più densa con l’aggiunta di uova sode.
Per quanto riguarda la produzione vinicola, invece, l’Andalusia è la terza regione vinicola della Spagna e il suo sherry rappresenta sicuramente il fiore all’occhiello della produzione locale. Il Fino è una qualità di sherry chiaro e secco, che si accompagna bene alle tapas e agli affettati locali; inoltre c’è una qualità di sherry più dolce ed amabile, di colore più scuro perfetto con i dolci. E la domanda sorge spontanea… Dove fare uno spuntino? Si ha davvero l’imbarazzo della scelta: El Rincon de Murillo ha nel menù un ottimo patto di pescaíto frito (frittura di pescato del giorno) e un delizioso budino alle mandorle (5) accompagnato dal vino naranja (vino aromatizzato all’arancia), altra specialità andalusa.
L’affollato bar Las Teresas offre un colpo d’occhio invitante sulla collezione di prosciutti appesi al soffitto dove una porzione di jambon serrano ed una copa de vino sono d’obbligo. Una passeggiata sul lungo fiume Guadalquivir permette di visitare la Plaza de Toros, l’arena per la corrida di Siviglia. Anche se non si ama particolarmente questa antica tradizione spagnola, l’arena settecentesca dalla facciata barocca bianca e ocra merita una visita.
Camminando lungo la riva del fiume si può visitare la Torre del Oro (6), una costruzione per avvistamento in stile moresco che in passato aveva una grossa catena legata alla sua gemella dall’altro lato del fiume per impedire il passaggio delle navi nemiche. Non mancate di assaggiare una delle 10 migliori tortillas al ristorante Uno de Delicias, che si trova di fronte alla torre, all’interno di uno degli antichi saloni dell’Hotel Cristina costruito per l’esposizione Ibero-americana del 1929: un'interessante fusione tra lo stile neocoloniale e l’Art Decó. Ma il capolavoro del periodo è certamente Plaza de España, enorme piazza semicircolare in stile rinascimentale-neomoresco.
Una città che lascia il segno Siviglia. Tra gastronomia ed architettura, corrida, flamenco, feste e tradizioni, qui si riscopre la vera essenza della Spagna.