Visioni da bere :: 20 dic 2016

SEGUI LA COMETA, FINO A BOLGHERI

Da un sogno di Antonio Capaldo nasce Campo alle Comete

Natale, tempo di comete, tempo di stelle. E proprio una nuova stella appare nel prestigioso territorio di Bolgheri. Una stella che viaggia dalla Campania, da Feudi di San Gregorio e approda in Toscana con un nome evocativo, Campo alle Comete.

Tutto questo pare un sogno, e forse sì, è davvero un sogno realizzato quello di Antonio Capaldo che nel febbraio 2016 ha acquistato la cantina e i suoi vigneti - 15 ettari vitati di Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Syrah e Petit Verdot - con l’intento di portare la propria intuizione, esperienza e rispetto, insomma la propria filosofia produttiva, al di fuori della regione d’origine. E così ecco l’approdo a metà strada tra la costa tirrenica e le colline, in un territorio marcato dalla storia etrusca, dall’anima carducciana e dalla natura selvaggia; ecco il progetto “Campo alle Comete” (1), toponimo evocativo. Nella tradizione bolgherese le tenute sono chiamate “Campi”, e camminando tra i vigneti e il cielo si percepisce il fascino da sogno del luogo.

L’idea di Capaldo è quella di dar vita a una coppia di vini che interpretino con personalità la denominazione e anche di condividere la magia del luogo, ruotando intorno al concetto di giardino incantato e un fantastico vigneto-giardino aperto al pubblico e da realizzarsi entro la prossima primavera. La visione eno-magica viene illustrata dall’illustratrice Nicoletta Ceccoli, che ha dedicato all’azienda un quadro suggestivo dal quale sono tratte le etichette.

A gestire Campo alle Comete è l'AD Jeanette Servidio, con il supporto dell’enologo Stefano Di Blasi. E se il Bolgheri Doc Stupore 2015 (2) è già in commercio, per il portabandiera della gamma bisognerà attendere la primavera 2018, quando sarà presentato il Bolgheri Superiore Doc.

Rispetto del terroir e individuazione delle migliori sinergie tra suoli, microclima e varietà: è questa la filosofia da seguire, senza timore tuttavia del confronto. Feudi di San Gregorio è il marchio simbolo del rinascimento enologico del Sud Italia e di una cultura del bere volta a riscoprire l’identità dei sapori mediterranei, circa 300 ettari di proprietà e una cantina di design che ospita anche un ristorante stellato: Marennà. E diverse partnership con altre cantine, dalla Puglia al Friuli alla Sicilia, dimostrano il coraggio di un uomo e di un’azienda che sentono sempre forte il desiderio di osare e rinnovare. Rispettando, tuttavia, bellezze e valori del territorio.

Ron Millonario

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