Secondo e ultimo giorno della kermesse di Bacco dedicata a sua maestà il Chianti Classico (1 - 2). Ritorna il progetto fortemente caratterizzante dell’edizione in corso: la suddivisione in unità geografiche aggiuntive (3), un modo per valorizzare, di più e meglio, le peculiarità distintive di questa denominazione, come ben sottolineato da Giovanni Manetti presidente del Chianti Classico (4) - “Continua il processo di valorizzazione della denominazione, consolidandone il valore e l’immagine nella sfera delle eccellenze enologiche mondiali”.
Una nuova suddivisione del territorio porta ad indicare in etichetta il nome del Comune e della Frazione, rafforzando, e non poco, la comunicazione del binomio vino-territorio. Nello specifico sono state individuate 11 aree all’interno della zona di produzione del Chianti Classico, distinguibili in base alla combinazione unica di fattori naturali (composizione del suolo, microclima, giacitura dei vigneti, ecc.) e fattori umani (storia culturale, tradizioni locali, spirito di comunità): San Casciano, Greve, Lamole, Montefioralle, Panzano, Radda, Gaiole, Castelnuovo Berardenga, Vagliagli, Castellina, San Donato in Poggio.
Tornando al Salone enologico ancora in corso, segnaliamo Cantina Tuscania di Sambuca-Tavarnelle. L’azienda nasce nel 2008 come Cantina sperimentale nell’ambito del Chianti Classico per poi essere rilevata nel 2015 dall’azienda fiorentina Parsec che produce tecnologia enologica avanzata. L’enologo Alberto Bramini (5 - Primo da Sx) ci ha presentato un Chianti Classico riserva bio dell’annata 2018 di grandissima eleganza e, in degustazione di vini già imbottigliati, un Chianti Classico 2015 e un Chianti Classico riserva 2017 biologico (6). Ultimo ma non meno importante, uno Spumante rosato brut biologico, metodo charmat.