Se siete di passo nella città eterna, non mancate, per nessun motivo, il capolavoro espositivo “Il Tempo del Futurismo” alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea fino al 28 febbraio 2025. Bellissima, come non se ne vedevano da tempo, mi sento di dire, questa mostra nasce per celebrare l’ottantesimo anniversario dalla scomparsa di Filippo Tommaso Marinetti, avvenuta il 2 dicembre 1944. E lo fa in modo del tutto esclusivo. Sì, perché pone l'accento sul rapporto tra arte e scienza/tecnologia e illustra quel “completo rinnovamento della sensibilità umana avvenuto per effetto delle grandi scoperte scientifiche” posto alla base della nascita del Futurismo. 350 opere fra quadri, sculture, progetti, disegni, oggetti d’arredo, film, oltre a un centinaio fra libri e manifesti, con un’attenzione alla matrice letteraria del movimento marinettiano che non ha precedenti, insieme con un idrovolante, automobili, motociclette e strumenti scientifici d’epoca. Per descrivere al meglio l’atmosfera futurista, l’esposizione è arricchita da due installazioni site- specific di Magister Art e di Lorenzo Marini. Promossa e sostenuta dal Ministero della Cultura e curata da Gabriele Simongini è una riflessione sullo tsunami tecnologico dell’intelligenza artificiale che ora sta investendo l’umanità, avverando, in qualche modo, la profezia della macchinizzazione dell’umano e dell’umanizzazione della macchina preconizzata proprio dai futuristi. E per questo la mostra si rivolge certamente al grande pubblico ma in particolare alle nuove generazioni, con un profondo senso didattico, educativo ed inclusivo. Illustrando concetti di velocità, di spazio, di distanza e di sensibilità percettiva evidenti nei capolavori del Futurismo, contestualizzandoli nella società dell’epoca, rivoluzionata dalle innovazioni scientifiche e tecnologiche.
Si ringraziano i musei italiani e stranieri, tra cui il MoMA, il Metropolitan Museum di New York, il Philadelphia Museum of Art, la Estorick Collection di Londra e il Kunstmuseum Den Haag de L’Aia che con i loro prestiti hanno generosamente contribuito alla mostra.