Chi possiede la fortuna di avere un amico a 4 zampe probabilmente lo sa. Sì, perché avere un peloso tra le mura domestiche toglie il medico di torno, riducendo del 15% le visite mediche che, insieme a una minor spesa farmacologica, può portare a un risparmio stimato di 4 miliardi di euro per il Servizio Sanitario Nazionale. Cani, gatti e conigli, non sono soltanto compagni di vita in grado di colmare un senso di solitudine, soprattutto durante le festività natalizie, ma anche un distillato di benefici per la salute, specialmente di quella degli over 65. E, udite, udite, il loro effetto benefico e calmierante può essere infatti paragonato a quello di un farmaco: antipertensivo, antidepressivo, antidolorifico.
Compagni preziosi per gli anziani e ovviamente non solo, basti pensare alla pet-therapy come terapia complementare per piccoli pazienti in difficoltà.
La recente nascita dell’Associazione VETeris vede per la prima volta in Italia la collaborazione tra medici geriatri e medici veterinari, con l’obiettivo di definire le specifiche modalità degli interventi assistiti con animali rivolti alla popolazione geriatrica e promuovere il rapporto con gli animali domestici tra gli anziani senza particolari difficoltà, al fine di combattere la solitudine e mantenersi in salute. A fare un’ampia rassegna sull'argomento sono gli specialisti dell’Associazione VETeris, in occasione del 69esimo Congresso Nazionale della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG) appena terminato a Firenze. Parlando di anziani, per esempio, Andrea Ungar, presidente della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria, ordinario di Geriatria all’Università di Firenze e Presidente dell’Associazione VETeris dichiara - "il dato che ora emerge, certificato dalla pratica clinica, è che lo stimolo all’attività motoria derivato dal rapporto di accudimento dell’animale da parte dell’anziano, porta a vere e proprie modificazioni dei parametri fisici come l’abbassamento della pressione, il rallentamento del ritmo cardiaco e respiratorio, fino addirittura, alla riduzione del colesterolo e dei trigliceridi, con meno attacchi cardiaci e minore mortalità per malattie cardiovascolari. Una ricerca pubblicata sulla rivista Circulation: Cardiovascular Quality and Outcomes, ha infatti evidenziato che avere un cane riduce del 33% il rischio di morte nei pazienti reduci da infarto che vivono soli". Così a Natale, l'anziano solo può colmare anche parzialmente la sensazione di ‘vuoto’ grazie a un animale domestico e non incorrere in stati depressivi o di malessere generale.
Di più..."Una semplice azione, come accarezzare l’animale, riesce a generare rilassamento e un calore che, attraverso la produzione di vari neurotrasmettitori, migliora rigidità e ipertrofia muscolare tipica delle patologie neurologiche, ravviva i meccanismi cerebrali dell’attenzione e stimola il coordinamento psicomotorio” - sottolinea Marco Melosi, Veterinario e Vicepresidente di VETeris.
A dimostrarlo anche un recente studio pilota osservazionale condotto da VETeris insieme alla associazione Humanimal su anziani con demenza lieve residenti in una RSA di Firenze nella quale sono stati introdotti Interventi Assistiti con gli Animali condotti sotto controllo veterinario e con operatori specializzati nel settore e cani addestrati ad hoc. Sulla base dei dati ottenuti dalla valutazione geriatrica multidimensionale realizzata prima e dopo il ciclo di intervento assistito con l’animale, è stata osservata una riduzione dei disturbi psico-comportamentali associati alla demenza dell’83,3%, tra i quali anche il senso di smarrimento, un miglioramento della postura, un progressivo aumento delle interazioni e del contatto, sia con i cani che con gli operatori e gli altri pazienti.
I nostri amici pelosi possono darci veramente tanto e senza nulla in cambio. Chi non ha avuto un cane non sa cosa significhi essere amato, se lo diceva Schopenhauer...
Meditate gente, meditate.