Living & Convivi :: 10 dic 2024

Firenze, Tornabuoni Arte, mostra Antologia scelta 2025

Il talento di Roberto Casamonti per il bello

Un tuffo nell'arte moderna e contemporanea che non lascia certamente indifferenti. Di più... regala momenti di grande stupore e bellezza. Succede a Firenze, da Tornabuoni Arte  dove, proprio alcuni giorni fa, è stata inaugurata a opinion leader e addetti ai lavori, la mostra Antologia scelta 2025. Una selezione delle opere scelte, appunto, nel corso dell’ultimo anno. Godibile nella sede fiorentina di Lungarno Benvenuto Cellini, è il frutto di un incessante e lungo lavoro di ricerca e studio da parte della Galleria (un’ulteriore selezione sarà visibile a Milano in via Fatebenefratelli, 36 dal 13 dicembre). "Opere che noi ogni anno raccogliamo per presentare il catalogo successivo, quadri che seleziono personalmente, scegliendoli uno per uno" - così ha raccontato il patron collezionista e mercante d'arte Roberto Casamonti, 84 anni e non sentirli. "Sono più felice quando compro un quadro piuttosto di quando lo vendo. E' la mia vita e ho sempre fatto così, quando ne vendo uno è un dolore, come una fidanzata che mi lascia" - ha sempre dichiarato Casamonti. Una passione vera, una conoscenza che arriva da molto lontano, che lo consacra come uno dei più insigni intenditori del settore a livello nazionale e oltre.
Ad aprire cronologicamente la collezione, due tele di Plinio Nomellini risalenti ai primi anni del XX secolo, Luna di ottobre, del 1900 circa, dove l’artista si concentra sull’effetto della luna sui canneti, e Pastore con gregge e pecore, di poco successivo, in cui la luce, densa, prende corpo e si fa sostanza pittorica. Ma i paesaggi, a cui è dedicata una parte significativa del percorso espositivo, sono anche quelli di Carlo Carrà, tra le figure più eminenti dell’arte italiana del Novecento, presente L’albero secco, 1962, e da Ardengo Soffici, di cui è possibile ammirare due vedute toscane, Febbraio a Poggio a Caiano e Forte dei Marmi. Sempre del '900 ma al piano superiore un magnifico Filippo De Pisis degli inizi anni '40 con il Vaso di fiori in un interno. Il '900 è un secolo straordinario e Casamaonti che lo ha vissuto, lo apprezza e conosce profondamente in ogni sua declinazione artistica. Si resta, come direbbero i francesi, a bouche bée (bocca aperta), dinanzi a Concetto spaziale, Attesa, idropittura su tela rossa di Lucio Fontana. Realizzata nel 1959, fa parte della serie dei “tagli”, espressione più celebre dello spazialismo, con i quali l’autore dava vita ad un tentativo di oltrepassare i limiti fisici della pittura tradizionale. "Quando l'ho visto, più bello dei tre che avevo, non potevo non acquistarlo". Eccezionale, punto.  
Di imponente magnificenza L'Uomo nero di Michelangelo Pistoletto. Autoritratto del 1959, un mezzo busto frontale con alle spalle una griglia geometrica forse di libri. Un quadro di dimensioni importanti (Olio su tela 120X120,5 cm) che, sfido chiunque (potendo, ça va sans dire...) a non volerlo nella propria sala.
Sempre di estensione non banale, il Predicatore di Enzo Cucchi, un nuovo senso dello spazio e del segno dove la figura pare a pezzi, come tagliata, dove le singole parti sono accostate per risonanza. Di Alberto Burri, invece, noto per il suo contributo fondamentale all'arte informale, è possibile ammirare due opere del 1952, Tempera e Senza titolo. In quest’ultima, in particolare, la forma è generata direttamente dallo spessore della materia, composta utilizzando olio, vinavil, sabbia, sacco e collage, per trasformare il supporto in una scultura visiva e tattile. Troviamo poi le linee e le geometrie di Piero Dorazio, tra i massimi rappresentanti dell’astrattismo europeo, con la tela Lyra, del 1982-83, dove i colori vibranti si intrecciano creando un’armonia compositiva unica nel suo genere. Ancora Il Trovatore, olio su tela di Giorgio de Chirico, che riprende una delle più interessanti varianti sul tema dei manichini. Due i dipinti di Ottone Rosai, maestro fiorentino che si è profondamente nutrito della vita urbana. La prima, Concertino (Orchestrina), raffigura un piccolo gruppo di musicisti che si esibiscono in una composizione dallo spazio compatto e ben definito; nella seconda, Giocatori di biliardo (1959), Rosai immortala l’interno di una sala da gioco, sviluppando uno dei temi a lui più cari.  Non mancano, inoltre, artisti recentemente celebrati da importanti esposizioni istituzionali: Pino Pascali, protagonista di una grande retrospettiva alla Fondazione Prada di Milano, di cui sono esposti due lavori emblematici, Lettere e Veliero, e Alighiero Boetti, in mostra fino a febbraio all’Accademia Nazionale di San Luca, a Roma, di cui si presentano qui quattro opere, tra cui Mimetico del 1967 e il dittico Mettere al mondo il mondo del 1975. E proprio a Boetti la Tornabuoni Arte, nella sede di Roma, dedica l’esposizione Alighiero Boetti. Cabinet de curiosités.
E poi artisti internazionali, con lavori di grande spessore storico e stilistico. Emergono il belga René Magritte, con la sua tela La gare (1922), frutto di un periodo profondamente influenzato dal Cubismo e dal Futurismo, e lo spagnolo Joan Miró, di cui Antologia scelta 2025 propone Oiseau (1972), un dipinto ad olio, acquerello, gouache e pastello che ne incarna perfettamente il linguaggio onirico, fatto di simboli astratti e colori vivaci. Non a caso è stato scelto per la copertina del volume che accompagna l’esposizione, a cura di Tornabuoni Arte, con un testo introduttivo di Gino Pisapia dal titolo Storia di una trasformazione annunciata.


Il Catalogo, dicevamo, bellissimo, con copertina rigida, di oltre 225 pagine merita un plauso. Di per sé, già una piccola grande opera d'arte.
 

Info:
Tornabuoni Arte 
Firenze
, Lungarno Benvenuto Cellini, 3 
Tel. +39 055 6812697 | info@tornabuoniarte.it 

Milano, Via Fatebenefratelli 34/ 36
Tel.  + 39 02 6554841 | milano@tornabuoniarte.it   

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