Living & Convivi :: 9 feb 2017

musica fusion - nuove uscite

REBIS, IL DUO CHE ABBATTE I CONFINI

Un suono purissimo, una voce incantevole che parte da lontano, sembra attraversare i mari e arriva a colpire il cuore e l’anima. Qualcosa di bello, assoluto, ricco e insieme così diretto e immediato da incantare. Sono i genovesi Alessandra Ravizza, arabista e francesista, e il chitarrista Andrea Megliola (1), compagno anche nella vita, a formare i Rebis. In rete si possono trovare significativi esempi di interpretazioni meravigliose di vecchie cover… genovesi oltre che immortali - come “Ritornerai” di Lauzi” o “Senza Fine” Paoli - e anche qualche assaggio del loro repertorio originale come ad esempio “Riflessi di tegole”, “Adrienne” e “Vincimi con i tuoi occhi” (2). Già da queste visioni, ambientate sempre in uno scenario significativo, appare in tutta la sua evidenza il fertile terreno d’incontro tra le tante tradizioni musicali del Mare Nostrum e tra i diversi suoi idiomi. Se ascoltarli è un’emozione, ascoltare la voce e le parole di Alessandra rappresenta un arricchimento spirituale e umano. Perché tante cose riesce a dire, e non solo a cantare.

Innanzitutto, Alessandra, perché questo nome?

“Il termine ‘rebis’, dal latino res bina, rimanda ai concetti di equilibrio e unione degli opposti e descrive in pratica il nostro percorso umano e artistico. Sempre vi sono unioni, incroci, meticciati nelle nostre canzoni: le lingue si intrecciano e sovrappongono in un alternarsi di italiano, arabo e francese, la musica è sempre alla ricerca di ‘ponti emotivi” tra i popoli del Mediterraneo”.

Raccontaci delle vostre esperienze musicali...

“Una delle nostre ragioni d’orgoglio sta nel Premio Lineatrad del 2015 assegnatoci ‘per aver saputo rinnovare la tradizione cantautorale genovese, uscendo dagli schemi classici per una proposta di solare bellezza mediterranea’. Tutto ciò ha a che vedere con il nostro intento di valorizzare i suoni e le voci di Genova e insieme di tutto il Mediterraneo, attraverso uno scambio continuo e fecondo. Per certi versi quel premio è una sorta di manifesto”.

E se il loro primo disco “Naufragati nel deserto” (Primigenia, Gutenberg Music 2012) li ha portati fino in Cina a rappresentare la musica italiana e il M.E.I. (Meeting delle Etichette Indipendenti) al “Festival Italiano” di Suzhou, tante altre sono state le esperienze internazionali del duo, da Tunisi (al Chouftouhonna Festival) per il Festival Internazionale d’Arte Femminista di Tunisi a Lisbona (all’Arraial Sem Fronteiras”), dal Suq di Genova a Sanremo OFF, dal Kantun Winka Festival (Bari) al Festival Arcipelaghi Sonori in provincia di Modena per kermesse musicali sempre all’insegna dell’incontro e dello scambio tra i popoli. Nel prossimo mese di marzo saranno ambasciatori della nuova canzone d’autore genovese alla X edizione del prestigioso Festival Univerciné di Nantes.

E intanto è in uscita il nuovo disco “Qui” (3), finanziato con successo grazie a una campagna crowdfunding su musicraiser.

Racconta Alessandra: “In questi anni abbiamo suonato davanti a pubblici apparentemente molto diversi. Penso al pubblico del ‘Festival Italiano’ di Suzhou che ascoltava la nostra musica in silenzio, ad occhi chiusi, dondolando la testa e muovendo le mani e le braccia come se fossero tantissimi direttori d’orchestra. Ma penso anche al pubblico del Festival Chouftouhonna di Tunisi composto in buona parte da artiste e attiviste provenienti da tutto il mondo con le quali sono nati rapporti di profonda sorellanza. Penso al pubblico apparentemente ‘lontano’ dei grandi festival e al sapore familiare di un piccolo house concert nelle campagne di Mola di Bari".

Sebbene queste situazioni possano sembrare molto distanti tra loro, spesso, dopo i concerti, è accaduto qualcosa di simile...

“È vero, diverse persone si sono avvicinate a noi per ‘affidarci’ la loro storia, affermando di essersi sentite ‘a casa’ nella nostra musica. È grazie a questi incontri che abbiamo iniziato a pensare al nostro nuovo album ‘Qui’. Noi stessi abbiamo spesso percepito la musica come un luogo da abitare, la musica è innanzitutto vibrazione e come tale è in grado di creare uno spazio. “Qui” è un disco che vuole creare uno spazio all’interno del quale le persone possano sentirsi libere di essere, di scegliere e di agire. Abbiamo lavorato a questo disco con un doppio intento: disegnare una nostra casa sonora e aprirla alle persone in ascolto.”

Venerdì 10 febbraio, dopo due mesi esatti dal successo della prima genovese, i Rebis tornano in concerto al Teatro Altrove: meraviglioso palazzo del XVI secolo nel quartiere della Maddalena, nel centro storico del capoluogo ligure. Si tratterà di un concerto particolarmente intimo e raccolto, un concerto “da camera” per corde, archi e fiati, con la partecipazione di un affiatato ensemble di musicisti: il violoncellista siriano di Aleppo Salah Namek, il polistrumentista Edmondo Romano ai fiati, Roberto Piga al violino e il rapper e attivista nigeriano Natty Scotty.

Afferma Alessandra: “Il disco vuole essere una risposta alla crisi identitaria profonda che attraversa la nostra società. La violenza si manifesta in diverse gradazioni e sfaccettature e genera a sua volta dolore, paura e violenza. Una delle prime cose che ho imparato studiando la musicoterapia è l’importanza del ‘far suonare’ la parte sana del paziente”.

“Qui” è pertanto un disco che ha scelto di “far suonare” la parte sana del nostro tempo... Nelle canzoni l’oppresso è spesso l’esule: colui o colei che è stato cacciato dalla terra e dalla storia e che rivendica il diritto all’esistenza. Vi sono, nei brani, passione, ironia, denuncia, introspezione e nostalgia.

“Sì, si può considerare ‘Qui’ un’antologia di storie al femminile, undici canzoni, qualcuna in italiano, altre in arabo e francese, per un continuo dialogo tra persone che cercano loro stesse nel confronto con l’altro”.

Ecco allora le protagoniste dialogare con la persona amata (in “Wadi Nostalgie”, “Vincimi con i tuoi occhi”, “Je reviendrai en automne”), con le donne della loro famiglia (“Partoriscimi di nuovo”, “Cercami nel mare”), con il nemico (“Goodbye Amal”), o, ancora, con la natura e con gli animali (“Pioggia fine”, “Da bambina”) oppure con loro stesse (“Qui”, che dà il titolo all’album, “Adrienne”).

“Qui - interviene Andrea Megliola - racconta anche di un legame con la terra, che permette di guardare al mondo con occhi più autentici e consapevoli, è il canto di un risveglio, è un’intenzione che desidera sovvertire nel profondo le dinamiche di sfruttamento e di oppressione subite e attuate dall’uomo contemporaneo.”

Ecco, la terra, un’altra delle scelte di vita “forti” fatta dalla coppia che si è trasferita da qualche anno sulle alture del ponente genovese. Racconta Alessandra: “Il legame con la terra è per noi una componente fondamentale per entrare in contatto con noi stessi, per ascoltare la vita che ci circonda ed è dunque una grande fonte d’ispirazione. La nostra scrittura musicale ne è profondamente influenzata, la nostra musica appare più aperta, più solare, più terrena. Stessa cosa si può dire dei testi, forse l’esempio più lampante è quello di ‘Je reviendrai en automne’: una canzone nata en plein air nella quale una donna si offre alla persona amata seguendo il ritmo delle stagioni e dei suoi desideri. Andrea è anche artigiano e, da quando ci siamo trasferiti in campagna, i suoi gioielli hanno ‘indagato’ nuove forme e nuovi mondi immaginari nati dalla contemplazione di piante, fiori e dall’amicizia con gli animali che vivono qui con noi.”

A proposito di animali, so che avete scelto da qualche anno un’alimentazione creulty free, ci racconti il perché di questa scelta vegana?

"Sì, in realtà la scelta vegana fa parte di un percorso molto più ampio che stiamo percorrendo da diversi anni ed è legato alla non violenza e al rifiuto di una logica di potere secondo la quale il più forte opprime e sfrutta il più debole. Il percorso verso l’antispecismo è molto lungo perché non è semplicemente una questione culinaria ma è legato a una vera e propria rivoluzione culturale: significa uscire da una visione antropocentrica che vede l’essere umano come la creatura eletta che tutto può e tutto possiede. Chiaramente questo percorso si riflette anche in azioni concrete e ci ha portato a compiere diverse scelte, tra queste, dopo più di dieci anni di dieta vegetariana, la scelta dell’alimentazione vegana. “Spesso si immagina la scelta vegana come un qualcosa di estremo e difficile, ma in realtà nel concreto si tratta semplicemente di cambiare abitudini alimentari, la dieta vegana permette di vivere tranquillamente e in salute. Per noi ha coinciso anche con il trasferimento in campagna, con la scoperta di uno scambio nutrizionale con la terra attraverso l’agricoltura, con l’amicizia con animali erbivori che abitano con noi (due pecore e una capra)”.

Ascoltiamo allora il nuovo disco, e tanto altro. “Qui” vede la produzione artistica di Bruno Cimenti e Nives Agostinis per Primigenia Produzioni. Il viaggio dei Rebis (4), è iniziato; non resta che continuare ad attraversare mari, deserti e terre. I confini non devono esistere: chiudere gli occhi e ascoltare questi pezzi è una conferma, un toccasana, una risposta a chi, invece, i muri li vorrebbe costruire.

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