Galleria Poggiali di Firenze (via della Scala 35/A-29/Ar e Via Benedetta 3r) (1) da alcuni giorni ospita la personale di Eliseo Mattiacci (2) dal titolo Misurazioni a cura di Lorenzo Bruni. Una raccolta importante, ben 28 opere – tra disegni, acquarelli e istallazioni - che “irrompono” e galleggiano quasi come elementi tra l'ultra terreno e l'onirico, negli spazi total white della galleria fiorentina. Già il MART - il museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto - ha dedicato - l'anno scorso - una mostra retrospettiva all'artista che oggi vive e lavora a Pesaro. Ora l'opera astratta ma "materica" di Mattiacci, torna con le creazioni dell'ultimo decennio, proposte al pubblico per la prima volta tutte insieme. Ecco che entrando nella Galleria, dialogano due grandi sculture di anni differenti - Misurazione dei corpi celesti del 2003/2004 e Tempo globale del 1990/91 - assieme ad alcune rappresentazioni su carta tra cui Opera nel bosco del 1983 e Occhio del cielo del 2005 che testimoniano la centralità della pratica del disegno nella sua poetica. Continuando alla scoperta della "dialettica" di Mattiacci, ci si imbatte in 6 sfere in tondino di alluminio - Sospensione - del 2011, contenenti lastre di metallo traforato (3 - 4: nella foto 3 Marco Poggiali): basta toccarle perché ondeggino, diventando così da surreali, come atomi, orbite nello spazio, reali masse materiche pronte all'interazione con lo spettatore. Una realizzazione considerevole, vendibile nel suo complesso o per elementi separati.
Ma la centralità di tutta la personale che continuerà fino al 24 febbraio 2018 è certamente l'imponente installazione dal titolo Corpo Celeste (meteorite) del 2008. Un'immensa meteorite (5), che ricorda un animale antropomorfico ultraterreno, affascinante e inquietante al contempo, occupa completamente una stanza della location fiorentina. Una massa pesante e leggera, implosiva ed espansiva, in trucioli di metallo. "Dal corpo della forma "aliena", vengono "sputati" disegni (6)" - ci mostra Marco Poggiali. Alcuni sono strappati e altri incorniciati, dipinti in china colorata con soggetti di cosmologia in trasformazione. Un "magnetismo" diffuso, una sorta di aurea avvolgente l'intera composizione, invoglia quasi a toccarla, ad accarezzarla, a "sentirla". La scultura come scoperta, come gesto "condizionante", attivo più che passivo. Anche se chimera. Difficile non restarne sedotti.
Infine, merita un accenno "Atomi e nuclei" del 2010 – (7) un piano di acciaio semicircolare che sostiene dei cilindri divisi a metà che contengono sfere in sospensione – evidenziano l'elemento fondamentale per la formalizzazione delle sue opere: concretizzare la tensione che può esistere tra le forze fisiche e visuali in contrasto/dialogo con il contenitore architettonico in cui vanno ad inserirsi trasformandolo, così, nello spazio dell'opera.
Una mostra quella del "maestro" marchigiano che ha un fil rouge: guardi, rifletti. Che sia una scultura o un disegno, il pensiero si muove.
Eliseo Mattiacci
Misurazioni
A cura di Lorenzo Bruni
Galleria Poggiali di Alessandro Poggiali e figli (Lorenzo e Marco), Firenze
Dal 31 ottobre 2017 al 24 febbraio 2018 - aperta dal martedì al sabato ore 9-13 e 15-19; ingresso libero.