L'Amorino dormiente (1) dipinto nel 1608 a Malta, dove Caravaggio trovò asilo, come sempre ricercato dalla giustizia, affronta ora un nuovo viaggio: a Lampedusa dal Palazzo Pitti di Firenze, ove era ormai da qualche anno, esattamente dal 1667, quando venne acquistata dal Cardinal Leopoldo de' Medici.
Scortato dai Carabinieri e accompagnato dal Direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, il dipinto sarà tra i capolavori esposti alla mostra che si inaugura venerdì 3 giugno, a Lampedusa, alla presenza delle più alte Autorità nazionali, ove rimarrà poi esposta fino ai primi di Ottobre.
Come afferma Schmidt, l'opera "ritorna nel suo ambito geografico d'origine, un'isola al centro del Mediterraneo, non lontano da Lampedusa".
E se il destino di Caravaggio braccato può essere assimilato a quello, purtroppo, di tanti profughi, del passato e di oggi, la posa dell'Amore dormiente inevitabilmente evoca la foto del piccolo Aylan, il bimbo annegato lo scorso anno su una spiaggia turca. L'arte ci fa riflettere ancora su una tragedia contemporanea, risvegliando la nostra coscienza.
Ma anche segno di speranza e di amore: come soggetto artistico di lunga tradizione, dunque, ma anche come potenza vitale, cui fare appello per abbattere le barriere dell'egoismo, per combattere l'indifferenza verso i profughi, per sostenere i poveri disperati che hanno dovuto lasciare le loro case, la loro patria, cercando di scampare a guerre, torture e morte.