Del camaleontico artista iraniano Alireza Mohtashami, ormai di casa a Firenze, ne abbiamo già parlato il 6 marzo 2022 QUI in occasione della tematica femminile vista attraverso la sua poetica pittorica. Ebbene, Mohtashami con una narrazione diversa ma ugualmente affascinante, esplora la stella al centro del nostro sistema solare e cioè il sole. E lo fa sempre secondo la propria sensibilità e il proprio vissuto. Il magnifico risultato è l’ultima mostra dal titolo “Un Sole Grande Grande Luminoso!” visibile a La Ménagère a Firenze in questi giorni (1), dove diverse versioni di “soli” belli, rotondi ed immersi in un cosmo infinito, danzano avanti nello spazio-tempo verso una materia scura e la nullità (2).
“Ogni serie nasce per un motivo” - ci ha dichiarato l’artista in occasione del vernissage. La nuova collezione vede, infatti, la luce l’anno scorso quando, osservando una madre chiedere al proprio piccolo di dipingere un sole grande, giallo, in un cielo azzurro infinito, decide di immortalare, con strumenti a lui consoni tra fogli, carboncino, iPad e computer, questo momento pregno di bellezza e lirismo. Ne conseguono alcune opere altresì studiate per calarsi in un contesto contemporaneo, dove il protagonista “sole” è interpretato ogni volta in modo diverso: fil rouge, la scelta del monocromo bianco e nero, accarezzato, ma solo a piccoli e sporadici tratti, da lievi e rare pennellate di colore. E poi c’è la funzione retroilluminata e la realtà aumentata (3), quest'ultima fortemente voluta da Mohtashami, una sorta di gioco per ognuno dei suoi dipinti: con la complicità del proprio telefono e l’uso del QR code, i visitatori si “immergono” per pochi istanti negli intrecci più intimi e primitivi dell'artista in un'esperienza partecipata e condivisa (4 - 5). Tutti i dipinti sono digitalizzati e stampati su plexiglass, diventando anche più facile riprodurli a seconda della misura richiesta dal committente. Va detto che questa splendida serie è perfetta per interior di lusso, stilosi e di gusto. Come riconosciuto anche da una compagnia immobiliare di Miami che li integrerà nei propri alloggi di classe.
E’ giusto che l’arte viva, migri, passi da uno spazio all’altro e dialoghi con gli arredi che ci accompagnano nella vita.
Siete d'accordo?
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